Cerca
Logo
Cerca
+

Matteo Salvini nel libro Altaforte parla della sua fidanzata e gli danno del fascista: siamo al delirio

Davide Locano
  • a
  • a
  • a

Ogni volta che il Pd perde le elezioni e qualcun altro governa al suo posto grazie al voto dei cittadini, la sinistra sostiene che l' Italia sta entrando in emergenza democratica e lancia l' allarme fascismo. Ieri il dittatore era Berlusconi, oggi è Salvini. Di Maio viene risparmiato solo perché il Pd non lo attacca nell' illusione di recuperare i voti che M5S gli ha soffiato. La situazione sarebbe grottesca se non fosse intollerabile. Il massimo si è raggiunto in questi giorni. Su insistenza del presidente rosso della Regione Piemonte, Chiamparino, Altaforte, una casa editrice dichiaratamente di destra è stata cacciata dal Salone del Libro di Torino, malgrado operi legalmente in Italia da anni e avesse stipulato un regolare contratto con gli organizzatori della manifestazione. Contestualmente ieri, in Parlamento, una ragazza appartenente a una scolaresca in visita ha sostenuto che la presenza di certe persone al governo «mette in discussione i valori democratici del Paese». Questo malgrado l' esecutivo goda del 60% dei consensi e sia di fatto una grande coalizione, frutto dell' accordo di due partiti che si sono presentati l' uno contro l' altro e hanno obiettivi e valori alquanto divergenti, per non dire opposti. Non siamo al negazionismo, ma alla sua variante di sinistra, la negazione della realtà. Leggi anche: Ghisleri, l'ultimo sondaggio preoccupa Salvini Avanti con le stranezze, o coincidenze non strane. Quando Altaforte ha noleggiato uno stand al Salone del Libro nessuno, né gli organizzatori né gli altri espositori, ha avuto alcunché da ridire. È scoppiato il putiferio quando però si è saputo che la medesima casa editrice avrebbe presentato a Torino un libercolo, per la verità una modesta e innocua intervista truccata da instant-book rilasciata per cortesia dal leader leghista a una giornalista amica, Chiara Giannini, pomposamente intitolato Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio. Influenti editori di sinistra hanno annunciato che avrebbero boicottato l' appuntamento librario per protesta e, in nome della democrazia, si è fatta valere la ragione del più forte: i compagni rientrano, il fascistoide è spinto con veemenza fuori. SOFFERENZA STRUMENTALIZZATA La motivazione ufficiale della decisione è l' antifascismo, e per ribadirla l' apertura della manifestazione è stata simbolicamente affidata a una sopravvissuta della Shoah. È legittimo sospettare che la sofferenza della signora sia stata un poco strumentalizzata politicamente, e che la vicenda sia stata gonfiata a causa della concomitanza con la vigilia delle elezioni. I fascisti andavano bene, fintanto che non editavano Salvini. Una volta che l' hanno fatto, si è colto al volo il pretesto per far passare il segretario della Lega come un camerata, si è montato il polverone e si è allontanata Altaforte. Questo costerà agli organizzatori parecchi quattrini, in quanto dovranno liquidare sostanziosamente la casa editrice per inadempienza contrattuale, sempre che non trovino qualche magistrato più comprensivo con loro che con le ragioni del diritto, e di fatto ha costituito una formidabile promozione per il libro intervista, già balzato in testa alle classifiche. Ma qualsiasi prezzo si può affrontare, pur di dare a Salvini del nipotino del duce. Per curiosità e dovere professionale abbiamo letto le cento domande di intervista al vicepremier che costituiscono il libro. Ci si impiega tre quarti d' ora. Il segretario della Lega ci dice che la sua prima fidanzata si chiamava Francesca, come l' ultima, che ha smesso di fumare il 30 marzo, ma forse ricomincerà, che tifa il Milan e vuole bene ai suoi figli, però questi non sono scoop, che ha iniziato a far politica al liceo nella Lega perché Dc e Pci gli sembravano vecchi e staccati dalla realtà e che ama pescare, tanto che ha la tv sintonizzata sul canale tematico dedicato al suo hobby preferito. Neppure Gramsci e Togliatti potrebbero ravvisare nelle oltre cento pagine un solo rigo di apologia del fascismo. Quando poi ci si addentra nelle parte dedicata alla politica, pare di ascoltare per la millesima volta il medesimo disco. Le tasse sono troppe, viva l' autonomia, la Lega è di centrodestra e governa benissimo con Forza Italia sul territorio, tanti baci a Berlusconi e Meloni, degli uomini e dei collaboratori il segretario ministro apprezza soprattutto la lealtà. BANDITO SENZA SFOGLIARLO Ma è con i rivali del Pd che il nemico numero uno degli antifascisti è particolarmente morbido, augurandosi che, per il bene del Paese, i sinistri si riprendano al più presto. Sentimenti pluralisti che gli avversari democratici non gli ricambiano. Come l' Europa, verso la quale non lancia una dichiarazione di guerra, bensì una canna da pesca: così non va, la sua salvezza sarebbe abboccare all' amo dei partiti sovranisti, che possono ricostruirne l' identità e restituirle dignità. Anche sullo spinoso tema immigrati non ci sono dichiarazioni razziste: si cerchi di aiutare lo sviluppo dei Paesi di provenienza e non si forzi sull' accoglienza, perché sennò è impossibile l' integrazione e anzi si ottiene il risultato opposto di instillare negli italiani la paura dello straniero. Esercizio inutile la lettura del libro, tanto chi l' ha bandito non ne ha sfogliato una pagina. Ancora una volta la scelta è stata politica, il che, quando si tratta di anti-leghismo, difficilmente è sinonimo di democrazia. Chiedere informazioni a Siri, sottosegretario sacrificato, ancorché non rinviato a giudizio, per ragion di Stato in sfregio ai principi più elementari del diritto. di Pietro Senaldi

Dai blog