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Luigi Di Maio, intervista rivelatrice: "Mai col Pd, è ancora renziano". Passaggio decisivo: cosa significa

Giulio Bucchi
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"Per carità". Luigi Di Maio, intervistato dal Quotidiano nazionale, risponde così alla domanda su una possibile alleanza tra Movimento 5 Stelle e Pd. La motivazione, però, lascia intravedere spiragli nemmeno tanto remoti: "Il Pd di Zingaretti è la fotocopia di quello di Renzi. È un partito rinato stanco che ha fatto proposte assurde: aumentare gli stipendi dei parlamentari, reintrodurre i vitalizi che noi abbiamo tagliato e ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti. È rimasto il partito renziano, il partito che cerca la sponda di Cirino Pomicino". Leggi anche: Senaldi svela il piano di guerra di Renzi contro sinistra e governo A questo punto, sorge il dubbio: quando il Pd smetterà di essere renziano e tornerà a essere un partito "di sinistra", con posizioni non dissimili a quelle dei 5 Stelle, allora la strada del dialogo sarà aperta e asfaltata, dritta dritta verso la meta finale. Occhio, però. Quando a Di Maio chiedono dei rapporti tesi con la Lega, il vicepremier e capo grillino replica con nonchalance: "Noi vogliamo andare avanti con questo governo. Anzi le dico chiaramente che per quanto mi riguarda questo governo andrà avanti per altri quattro anni. Su questo non ci sono dubbi. È fondamentale abbassare i toni e concentrarsi sulle cose da fare. Sono tante e vanno fatte insieme, in maniera responsabile". Dunque, tirando le somme: se è Di Maio a chiedere di abbassare i toni dopo giorni di fuoco di fila su Matteo Salvini (definito poche ore dopo questa intervista "nel pallone"), allora il sospetto è che a Di Maio basti molto poco per decidere, lui da solo, che il Pd abbia smesso di essere renziano e possa diventare un alleato affidabile. 

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