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Giancarlo Giorgetti, i governatori del Nord sono con lui. E se Matteo Salvini va sotto il 30 per cento...

Cristina Agostini
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C'è tensione non solo nel governo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio ma anche all'interno della Lega stessa dove c'è trepidazione per il risultato che il Carroccio otterrà alle elezioni europee. Se Salvini arriverà al 30 per cento il suo sarà soprattutto un successo personale, una vittoria piena. Se così fosse verrebbe spazzato via qualsiasi maldipancia tra i leghisti e ci sarebbero più possibilità di far saltare il banco con i Cinque stelle. Che è quello che vogliono i tre governatori del Nord, Attilio Fontana, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga (Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia contano quasi 17 milioni di abitanti in totale). I tre presidenti che governano le rispettive regioni con il centrodestra, riporta il Giornale in un retroscena, cominciano a essere insofferenti e fanno fatica a tenere a bada la rabbia degli imprenditori. Leggi anche: Dalla Merlino, "piovono" le cifre del voto europeo. Bomba proibita: a quanto danno Lega, M5s e Pd E scettico è pure Giancarlo Giorgetti, che da tempo vuole staccare la spina al governo: "Matteo, hai sbagliato a non farlo a febbraio sulla Tav", avrebbe detto più volte a Salvini in privato. Ora tra i due il clima sarebbe più freddo. Sicuramente il sottosegretario non si metterà mai contro Salvini ma ora la distanza tra i due è evidente e politica. Giorgetti è autonomista e su questo punto il solco, dicono Fontana, Zaia e Fedriga, si sta allargando. Ora, se la Lega sfonderà quota 30% Salvini continuerà a essere un uomo solo al comando. Quindi deciderà lui se continuare a stare con questo governo. Se invece il successo non dovesse essere quello sperato, allora Salvini potrebbe essere costretto a sedersi al tavolo con i leghisti e capire che i punti persi vanno attribuiti all'insofferenza del Nord produttivo. 

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