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Matteo Salvini, ultimatum a Luigi Di Maio: "Sei sì in 30 giorni o tutti a casa"

Davide Locano
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Il governo continua, almeno a parole. Lo hanno detto prima il vincitore, Matteo Salvini, poi lo sconfitto, Luigi Di Maio, nel corso del giorno successivo al voto alle Europee. Diversi però i paletti posti sia dal leghista sia dal grillino. Il primo, in particolare, spinge a tutto gas su Tav e autonomia. Il secondo, sui due punti, nicchia; e lo fa dall'alto di un potere negoziale clamorosamente ridotto dal verdetto delle Europee. Questo è quello che abbiamo visto. Ma c'è anche un dietro le quinte, quello che non abbiamo visto, ciò che Salvini ha detto a Di Maio davvero. Richieste molto più serrate, un vero e proprio "cronoprogramma", per usare le parole attribuite da Repubblica a Salvini. Leggi anche: Salvini, cannonata a Di Maio sulla Tav Nel dettaglio si tratta di sei condizioni inderogabili che il ministro dell'Interno, ormai premier in pectore, impone ai grillini per proseguire nell'esperienza del governo gialloverde. Altrimenti, tutti a casa (e il M5s sa benissimo che tornare al voto adesso, per loro, sarebbe tombale, la fine). Non solo Tav e autonomia: Salvini vuole il sì anche su cantieri, decreto sicurezza, riforme fiscali e riforma della giustizia. E vuole tutti questi ok entro l'estate, entro trenta giorni, perché per tornare al voto a settembre (ipotesi contemplata in via Bellerio) la crisi va aperta entro il 15 luglio. Insomma, il piano del leader della Lega appare perfetto: per restare al governo vuole comandare e imporre la sua agenda; altrimenti, ritorno al voto in tempi rapidi per sbancare alle urne e capitalizzare il clamoroso consenso di cui può godere. Sergio Mattarella permettendo.

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