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Istituto Cattaneo, il flusso dei voti delle europee: Pd disastro mascherato. Veri dati: perché è a fine corsa

Giulio Bucchi
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Il Pd è a fine corsa. Chi a sinistra esulta per il quasi 23% raccolto dal partito di Nicola Zingaretti domenica alle elezioni europee non ha capito granché. Secondo Pier Giorgio Ardeni, presidente dell'autorevole Istituto Cattaneo che come a ogni tornata elettorale ha analizzato il cosiddetto "flusso dei voti" per capire come si muovono gli italiani nel segreto dell'urna, il grosso problema difficilmente risolvibile stando così le cose è che i dem hanno di fatto assorbito tutto l'assorbile in termini di voti.  Leggi anche: "Questa è sottrazione diretta di voti". Lega-M5s, Bechis sgancia i numeri e Mentana sbianca "Quella del Pd - spiega Ardeni a Italia Oggi - è stata una vittoria difensiva. È riuscito a proteggere il proprio bacino elettorale, quindi evitando un esodo, ma non ha avuto appeal al di fuori di esso, cioè non è riuscito a convincere elettori 5 Stelle o Lega". Inoltre, a differenza di quanto accaduto al Movimento, "sono trascurabili i suoi voti dispersi a favore dell'astensione.La sottolineatura, da parte della dirigenza, dell'importanza di questo appuntamento elettorale e i timori che il partito potesse imboccare la strada verso la scomparsa hanno reso il voto particolarmente saliente. Questo spiega la scarsa entità delle perdite verso l'astensione. Quindi il Pd ha sostanzialmente interrotto l'emorragia che negli anni scorsi aveva portato molti voti del suo bacino elettorale verso il M5s però non riesce a fare rientrare quei voti". Considerato che la Lega ha davanti a sé secondo Areni ancora margini di crescita, il ruolo del Pd come principale partito dell'opposizione ma senza reali prospettive di allargare il proprio campo di alleanze sembra destinare il centrosinistra al ruolo di spettatore ancora per molti, molti mesi. 

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