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Luigi Di Maio e M5s "destinati a sparire dal quadro italiano". Istituto Cattaneo, analisi definitiva

Giulio Bucchi
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Quella del Movimento 5 Stelle non è una crisi passeggera, e non conta che alla guida ci sian Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista. Secondo Pier Giorgio Ardeni, presidente dell'autorevole Istituto Cattaneo, "il M5s è un fenomeno destinato a sparire dal quadro italiano, o almeno ad essere un fenomeno circoscritto". Questo perché, spiega Ardeni a Italia Oggi, "chi è incline alla protesta o alla paura ha scelto o di non votare oppure di rivolgersi alla Lega, mentre i più europeisti, soprattutto giovani e ceto medio-alto dei centri urbani, ha votato Pd", e così i 5stelle "si sono ritrovati ad essere un vaso di coccio".  Leggi anche: Questa foto e la frase umiliante. Di Maio, la prima pagina brutale sul Tempo   Mentre la Lega "ha ancora margini di crescita", perché "può sottrarre altri punti a Forza Italia e inoltre ha potenzialità di crescita al Sud", i 5 Stelle non sembrano più in grado di convincere nuovi potenziali elettori. "Il M5s è stato colpito da un mix di astensionismo, insoddisfazione dei militanti verso il governo, spostamento del voto di protesta verso la Lega. Ritengo che il futuro politico del nostro Paese si deciderà nelle regioni del Sud, dove la modifica dei flussi elettorali sarà probabilmente assai elevata". Il risultato di domenica, conclude Ardeni, "segna il punto più basso raggiunto dal M5s in una competizione di rango nazionale, in cui non era mai sceso al di sotto del 20%. È tuttavia il confronto con le elezioni politiche dell'anno scorso a rendere ancora più evidente la portata negativa di questo risultato: in un solo anno, il partito perde più della metà del suo elettorato, passando da 10,2 a 4,8 milioni (-5,4 milioni, ovvero -15,3 punti percentuali)". Facendo diventare il Movimento un "donatore di sangue" per Matteo Salvini.

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