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Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli processati dai fedelissimi di Di Maio: "Fetenti e opportunisti"

Giulio Bucchi
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"Non voglio sentirli questi fetenti". Come prevedibile, l'assemblea del Movimento 5 Stelle che deve discutere sul futuro di Luigi Di Maio come capo politico si trasforma in una guerra civile tra fedelissimi del vicepremier e dissidenti, sempre più numerosi e insospettabili. Tra questi ultimi, ad esempio, Gianluigi Paragone (che i retroscenisti indicano come molto vicino ad Alessandro Di Battista) ed Emilio Carelli, giornalisti di vaglia eletti coi 5 Stelle nel 2018 e guardati con diffidenza dai grillini della prima ora. Proprio loro, con spirito critico, sono stati i più duri e lucidi nel giudicare il disastro delle elezioni europee di domenica, "consigliando" a Di Maio di fare un passo indietro e mollare almeno una delle 4 poltrone che occupa tra Movimento e governo. Leggi anche: "Voleva fare il ministro, ma...". Paragone attacca Di Maio, bomba Sallusti: cosa c'è dietro Secondo un retroscena del Corriere della Sera, il deputato Davide Tripiedi, gran difensore di Di Maio, è tra i più furenti. Dalla sua bocca mercoledì sera sarebbero uscite queste parole: "Quell'opportunista di Paragone, e quell'altro Carelli. Troppo comodo criticare stando seduti in poltrona, come Luigi Gallo e Giuseppe Brescia. Lasciate la guida delle commissioni e discutiamo a viso aperto". Clima incandescente, che un direttorio allargato con i "padri fondatori" potrebbe non riuscire a migliorare.

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