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Salvini e Di Maio, la "manina" dietro la fuga di notizie false. Conte telefona a Tria: "Verifiche giudiziali"

Giulio Bucchi
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Il pasticcio politico sulla lettera di risposta dell'Italia all'Ue potrebbe finire in tribunale. Rischiano di essere clamorosi i risvolti del caso che ha sconcertato il Quirinale e Palazzo Chigi, con la "falsa bozza" filtrata dal Mef, che ha provocato la reazione durissima del M5s ("Noi non ne sappiamo nulla - ha commentato Luigi Di Maio -, hanno fatto tutto Lega e Tria") e la smentita ufficiale dello stesso Ministero dell'Economia. In serata, le correzioni al testo con l'eliminazione di ogni riferimento a possibili tagli al welfare (reddito e quota 100) hanno semplicemente messo ordine parziale in una giornata da manicomio. Se fonti quirinalizie riferiscono di un presidente Mattarella "esterrefatto", tra M5s e Lega sono ancora sospetti incrociati sulla "manina" che avrebbe divulgato la bozza-bufala della lettera, agitando peraltro anche i mercati finanziari. I grillini accusano i leghisti, i leghisti i grillini. Di sicuro, c'è chi soffia sul fuoco per appiccare l'incendio al governo. Leggi anche: "Italia trattata peggio dei camerieri, ora ho paura". Rinaldi, l'amara verità sull'Europa Un cortocircuito che costringe Palazzo Chigi ad esporsi in maniera quasi brutale: il premier, dopo aver telefonato a Tria, precisa di aver "concordato con lui di sollecitare tutte le verifiche,anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità". Le stesse fonti di governo, spiega il Corriere della Sera "rimarcano la gravità della diffusione di un testo diverso da quello su cui stanno lavorando Conte e Tria, trattandosi di questioni particolarmente delicate che incidono su interessi fondamentali dello Stato, e che coinvolgono la delicata interlocuzione con le istituzioni europee e che possono avere ricadute negative sui mercati". Cosa che è puntualmente accaduta.  

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