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Pdl, Berlusconi: "La mia decadenza un omicidio politico. Alfano e ministri ricordino Fini"

Silvio alla resa dei conti: visto da Benny

Giulio Bucchi
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"Ricordino com'è finito Fini". Silvio Berlusconi torna a parlare e in un'intervista all'Huffington Post lancia un messaggio ad Angelino Alfano e alle colombe da far tremare i polsi. Perché dietro ai toni concilianti e ragionevoli ("Ascoltino cosa pensano i nostri elettori, è a loro che devono essere leali, non a me") il Cavaliere fa capire che lui, a passi indietro, non pensa minimamente. E l'atteggiamento intransigente su decadenza e legge di stabilità arriva a poche ore dall'intervista a Sky in cui lo stesso Alfano assicurava che parte del Pdl avrebbe sostenuto il governo anche dopo il voto di decadenza di Berlusconi. La frattura tra l'ex premier e il suo delfino, anzichè saldarsi, si fa ogni giorno più grande. "Omicidio politico" - "Come può pretendere il Partito democratico che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati?", spiega Berlusconi nell'intervista. Il voto sulla decadenza potrebbe dare vita a una maggioranza alternativa, con una parte di senatori e deputati del Pdl pronti a staccarsi dal grosso del partito e sostenere l'esecutivo, senza più Berlusconi. Il ricordo di quanto accadde nel 2010, con la nascita di Futuro e Libertà, è freschissimo: "Se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte. Anche Fini e altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita. Ripeto: è nel loro interesse ascoltare cosa dicono i nostri elettori, per non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita. E ricordino che il tema non è tanto quello di essere leali a Silvio Berlusconi, ma quello di essere leali ai nostri elettori e ai programmi su cui ci hanno dato il consenso". Il nuovo partito - Lunedì a Villa Gernetto il Cav ha convocato le "forze nuove", quelle chiamate a far rinascere Forza Italia. "Non rottamo, non sono uno sfasciacarrozze. Valorizzerò al massimo le capacità di ciascuno - precisa Berlusconi -. Nel nostro movimento esiste un patrimonio di persone, di parlamentari, di consiglieri regionali, provinciali e comunali, di dirigenti sul territorio, di militanti che va assolutamente salvaguardato. A questo patrimonio dobbiamo cercare di aggiungere altri protagonisti del mondo dell'impresa, delle professioni, della cultura, del lavoro, per rinnovare la nostra passione e il nostro entusiasmo e fare sempre di più". Lo spirito è quello del 1994 e i modelli i due grandi partiti americani: "Da un lato, la presenza capillare sul territorio, anche con i nostri Club fino nei comuni più piccoli. Dall'altro, oltre ai media tradizionali (tv, radio, giornali), la grande realtà di Internet, della rete e dei social network". Il Pdl è il passato: "E' nato per riunire 21 formazioni del centro destra. Ha svolto la sua funzione, ma molte formazioni se ne sono andate o sono addirittura sparite. Inoltre nella comunicazione non veniva mai usato il nome intero fatto di due bellissime parole: popolo e libertà".           

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