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Prodi: "Non era questo il Pd che volevo"

Il professore sbatte la porta. Dopo aver annunciato di non partecipare alle primarie democratiche, spiega il perché. "I miei nemici storici mi ostacolano"

Roberto Procaccini
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"Non era questo il Pd che volevo". Romano Prodi sbatte la porta in faccia ai suoi ex compagni di partito. Un uno-due di dichiarazioni al vetriolo che dicono molto sul sentimento provato dall'ex premier verso il soggetto politico che ha collaborato a creare. Dopo l'annuncio di aver rinunciato all'idea di rinnnovare la tessera e partecipare alle prossime primarie democratiche, il professore (due volte presidente del Consiglio a capo di - tribolate - coalizioni di centrosinistra) spiega pure il perché. "Non era questo il mio disegno politico - dice al Corriere della Sera -, prendo atto che ciò per cui mi sono impegnato in tutti questi anni non è riuscito. E siccome, come dicono i miei concittadini reggiani, non si può stare in mezzo all'uscio, ho deciso di dedicarmi ad altro". Non è facile dire cosa abbia spinto Prodi ad abbandonare definitivamente il Pd al suo destino: forse l'ultimo agguato dei 101 "traditori" democratici che la scorsa primavera ne impedirono l'elezione al Quirinale? "No, è tutto molto più complesso - si legge sul Corsera -, un lungo percorso segnato da una linea di coerenza". Di certo c'è che a spingere il prof lontano dal suo partito sono le stesse lotte interne che lo dilaniano: "Ci sono state forze di ogni tipo - spiega -, e non mi riferisco solo al centrosinistra, che mi hanno ostacolato in ogni modo e ancora fanno sentire il loro agire". In questo scenario, dunque, farsi da parte significa "togliere ai miei tanti e sempre in azione nemici storici - sono le sue parole - l'ennesimo pretesto per scatenare attorno alla mia persona, approfittando delle primarie, polveroni e polemiche". E così Prodi continua ad auspicare una partecipazione massiccia e, soprattutto, giovanile alle prossime primarie Pd ("Spero che tanti altri, in particolare moltissimi giovani, vadano a votare"). L'ha detto e l'ha ripetuto. Ma lui, nel frattempo, saluta e se ne va.

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