Paolo Mieli: "Il suicidio politico del Movimento 5 stelle. Così spalancheranno le porte a Matteo Salvini"

di Cristina Agostinidomenica 30 giugno 2019
Paolo Mieli: "Il suicidio politico del Movimento 5 stelle. Così spalancheranno le porte a Matteo Salvini"
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Il Movimento 5 stelle si sta suicidando. "A Venaria Reale, comune piemontese, il pentastellato Roberto Falcone che aveva trionfato nella corsa a sindaco del 2015 con il 70% dei voti, in anticipo di un anno sul successo torinese di Chiara Appendino, ha gettato la spugna", scrive Paolo Mieli nel suo editoriale su Il Corriere della Sera, "è stato costretto a dimettersi a causa (parole sue) «del reiterarsi di atteggiamenti e comportamenti irresponsabili e distruttivi» della maggioranza. Maggioranza composta, beninteso, da suoi compagni di partito". Certo, forse come dicono i ribelli Falcone si è "lasciato andare ad un atteggiamento ducesco. Ma è quasi inspiegabile come e perché abbia deciso di «suicidarsi» dal momento che è assai improbabile possa, a breve, tornare alla guida di Venaria". Soprattutto, continua Mieli, "non può essere una coincidenza che un episodio del genere sia accaduto nel momento in cui in tutta Italia il movimento appare terremotato". Un sisma che annuncia per il Movimento Cinque Stelle "una strana stagione", "decisiva per le sorti della legislatura, la cui fine anticipata aprirebbe la strada a Matteo Salvini e ai partiti di destra (in primis quello di Giorgia Meloni) a lui collegati". Eppure, sottolinea Mieli, "una senatrice, Paola Nugnes, decide che è proprio questo il momento giusto per lasciare il M5S, due suoi colleghi di Palazzo Madama, Elena Fattori e Matteo Montero, che si danno ogni giorno minor cura di nascondere il proprio dissenso da Luigi Di Maio, talché la maggioranza necessaria al governo (161 voti) appare a rischio". Leggi anche: "Perché Salvini può arrivare al 40%". Roba da record. Il sondaggista Swg svela i veri numeri, Lega padrona Eppure "non si può dire neanche che si stia stabilendo un asse tra Di Battista e Fico". L'unica certezza in questo momento è il "marasma" e che "tutti dicono di voler tornare ai tempi antichi. Sicché potrebbe accadere che, nel nome di un recupero dello «spirito delle origini», siano proprio i parlamentari Cinque Stelle a provocare un suicidio di massa". Anche perché "difficilmente i grillini ritroverebbero un elettorato disponibile a sorvolare sulla loro recente prova di governo. Quando andranno alle prossime elezioni politiche, siano esse tra qualche settimana, mese o anno, è su quel che hanno fatto (o non hanno fatto) nei ministeri che verranno giudicati". Conclude Mieli: "Tra qualche tempo" constateremo insomma che Alessandro Di Battista, Roberto Fico "e gli altri irrequieti del M5S - al di là delle intenzioni - saranno passati alla storia per aver spalancato le porte a Salvini e averle chiuse a Zingaretti. Provocando nel loro movimento un suicidio collettivo".

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