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Giuseppe Conte, retroscena: "Le telefonate nella notte. Così ho lavorato per piegare l'asse franco-tedesco"

Cristina Agostini
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A Giuseppe Conte non dispiace che il Consiglio europeo sia stato interrotto. Anzi, nel suo discorso, ha detto: "Cari colleghi vi rivolgo un accorato appello, state commettendo un madornale errore. Se insistete su questo pacchetto di nomine senza tener conto delle nostre richieste, non mancate di rispetto a me Giuseppe Conte, ma a tutti i milioni di cittadini che io rappresento". Insomma, Conte non voleva il pacchetto di nomi concordato dall'asse franco-tedesco che voleva l'olandese Frans Timmermans alla guida della Commissione: "Potete pensare di offrire un governo condiviso e adeguato di questa nostra casa comune europea per i prossimi cinque anni muovendo da questa divisione iniziale? Pensateci bene perché così non fate altro che soffiare sull'anti-europeismo".   Rivela il Corriere della Sera in un retroscena che il premier nella lunga notte di Bruxelles è rimasto in continuo contatto telefonico con i due vice. "Prima di partire domenica, ho fatto un punto chiamando Luigi Di Maio e Matteo Salvini e ho spiegato loro che mi sarei riservato di valutare il nome di Timmermans. Ho detto a Salvini chiaramente che il suo no a Timmermans era sbagliato, perché Timmermans è persona di valore, che ha studiato in Italia e che ha buone aperture in materia di politica economica. E che quindi non serviva un veto ma piuttosto un atteggiamento di dialogo costruttivo".   Leggi anche: Il Cav debutta da europarlamentare, scena strappalacrime a Strasburgo: accolto da un'ovazione "Mi sono ritrovato davanti l' arroganza dell' asse franco-tedesco con l' Olanda. Allora ho ricordato che l' Europa è a 28 e non a due. Ho sempre avuto una posizione diversa da Visegrád - sostiene il premier -. A loro interessava solo affossare Timmermans, a me no. Per me era una questione di principio e di metodo, e di rispetto non solo del ruolo dell' Italia, ma del consiglio. Su questa posizione sono riuscito a portare gli altri che già erano contrari, costruendo un fronte di 11 Paesi. La resistenza franco-tedesca ha cominciato a vacillare, il mio appello ha fatto il resto". 

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