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Carola Rackete dimostra che l'Italia è il mondo alla rovescia: chi non paga mai

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Maria Pezzi
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 Urge una bussola, siamo allo sbando. Solo i profughi e le navi delle Ong che vanno a prenderli fino in Libia sembrano non avere difficoltà a trovare la rotta di questo Paese dove nulla torna. Fino all' anno scorso avevamo la crescita senza occupazione, ora la crescita non c' è più ma è aumentato il numero di chi lavora; per di più, grazie al reddito di cittadinanza, sono aumentati coloro che prendono lo stipendio senza lavorare, mentre è stabile ma alta la quantità di persone che riceve la pensione senza aver versato neanche i contributi. Un sondaggio di Pagnoncelli poi, curiosamente nascosto all' interno e in basso sul Corriere della Sera, che normalmente dà ben altra collocazione alle indagini Ipsos, ci dice che il 60% degli italiani è d' accordo con la scelta del ministro Salvini di non far sbarcare i migranti, mentre la Carola è sostenuta da un più modesto 25%. In più si apprende anche che le gesta della capitana hanno fatto precipitare la fiducia dei cittadini nelle Ong: il 56% ritiene che esse agiscano per scopi economici e solo il 22% le considera mosse da intenti umanitari. Cionondimeno, assistiamo sui grandi giornali e nei dibattiti tv a un tentativo (maldestro e malriuscito ancorché martellante) di santificare la volontaria tedesca e screditare il ministro italiano. La contraddizione che ci rovina più la giornata, però, è quella delle diverse sorti di due idoli della sinistra, la succitata capitana Carola Rackete e il sindaco di Milano, Beppe Sala. Entrambi hanno guai con la giustizia. La prima per aver investito una nave militare italiana dopo aver violato le leggi sull' immigrazione del nostro Paese e ignorato sentenze e altolà che le chiedevano di non sbarcare i profughi dalla Sea Watch senza esserne autorizzata. Il secondo per aver retrodatato due nomine necessarie a far partire l' Expo, manifestazione che l' allora commissario ha preso in carico quand' era molto in ritardo ma che è riuscito a portare a uno straordinario successo, del quale il capoluogo lombardo raccoglie ancora copiosi frutti. Ebbene, la capitana è libera malgrado la maggioranza degli italiani la sogni in cella e nonostante il pm Patronaggio, non certo un filo leghista, visto che fu proprio lui a incriminare Salvini per sequestro di persona nella vicenda dei profughi della Diciotti, abbia giudicato la sua manovra violenta e non giustificata da stato di necessità. Ci dà lezioni, annuncia querela a Salvini, straparla di sé e rivendica il misfatto: «Rifarei tutto». Il sindaco invece è stato condannato a sei mesi di carcere, riconvertiti in 45mila euro di multa, malgrado il giudice gli abbia riconosciuto di aver agito per motivi di alto valore morale e sociale e la sua azione sia stata decisiva per trasformare l' Expo da annunciata figuraccia planetaria a gallina dalle uova d' oro. Una sentenza che grida vendetta e che ha reso possibile ciò che fino a due giorni fa era inimmaginabile: Salvini che si schiera con il Pd, stringe la mano a Sala e lo ringrazia per il suo operato. Come prevedibile, le due stravaganti decisioni della magistratura hanno già prodotto i loro effetti perversi. Così il leader leghista può ben dire che sono i fatti come la condanna di Sala che spiegano perché in Italia è così difficile trovare qualcuno di decente da candidare. Entrare in politica significa infatti assicurarsi un avviso di garanzia, se non una condanna, al punto che ormai sarebbe più corretto sospettare degli amministratori che non sono mai stati indagati e ritenere onesto e competente chi invece è stato iscritto nel fatal registro. Due sole sono, infatti, le possibilità per non avere guai con la giustizia: non fare nulla oppure godere di solide protezioni. Viceversa chi si adopera per la collettività e non è in combutta con nessuno, è destinato a essere incriminato. Per approfondire leggi anche: Sea Watch, denunciata la gip che ha liberato Carola Quanto al capitolo immigrati, la scarcerazione di Carola ha scatenato la corsa delle Ong a raccattare profughi per portarli in Italia. È una missione politica, non umanitaria. Tant' è che la prima imbarcazione approdata a Lampedusa, quella che ha vinto la gara, è quella di Casarini, capitanata nientemeno che da un parlamentare di Sinistra Italiana. Trattasi di un veliero che non sfigurerebbe nel parco natanti degli Agnelli-Elkann e al quale Malta aveva aperto i porti. Ma i naviganti comunisti hanno preferito l' Italia, benché più lontana, e appena giunti nelle nostre acque nazionali hanno invocato lo stato di necessità sostenendo che a bordo sono tutti stipati e manca l' acqua, peraltro offerta dal governo nella misura di 400 litri e puntualmente rifiutata. Ormai i profughi sono i proiettili di una battaglia politica, sparati in sequenza dalle Ong contro Salvini e con il sostegno di una parte ideologizzata della magistratura. La situazione è tragica ma ha risvolti comici. I tedeschi si sono messi a darci lezioni di umanità e a spiegarci come si trattano le altre razze. Carola dice di non sentirsi tedesca bensì europea, però vuol stare ovunque, perfino in Australia, tranne che in Europa, non parla di ripartizione dei profughi tra gli Stati Ue e sta ingaggiando contro l' Italia una battaglia politica di una violenza che neppure il suo concittadino Schauble, ex terribile ministro delle Finanze della Merkel, era stato capace. E continuiamo a chiamare naufraghi persone che preleviamo in tutta sicurezza, probabilmente previa segnalazione telefonica da parte degli scafisti, nel mare libico per portarle in barca a vela qui. di Pietro Senaldi

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