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Luigi Di Maio convoca Salvini: "Se il Parlamento chiama, un politico deve andare. Sì commissione d'inchiesta"

Giulio Bucchi
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Salvini deve andare in Parlamento a chiarire sul caso fondi russi. Luigi Di Maio, senza mai nominare Matteo Salvini, mette all'angolo l'alleato e annuncia il sì del Movimento 5 Stelle alla commissione d'inchiesta sui finanziamenti ai partiti.   Leggi anche: "Salvini è sotto botta". Di Maio è certo: perché il governo non cadrà ora Per spazzare via la "confusione" che c'è in giro, sottolinea il leader grillino, fare chiarezza, rispondere alle accuse, anche quelle considerate ingiuste, la sede opportuna è il Parlamento. Senza nominare il caso Savoini, né fare cenno alla posizione di Salvini. "Vi dico qual è l'Abc del fare politica per il MoVimento 5 Stelle - spiega il vicepremier su Facebook -: a) quando il Parlamento chiama il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. "Peraltro - continua -quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l'aula diventa anche un'occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste; b) se ci sono sospetti su finanziamenti ai partiti, si fa una commissione di inchiesta per tutti i partiti. Oggi c'è la legge SpazzaCorrotti, ma negli ultimi decenni no. Soprattutto è comico che sia il Pd a parlare di finanziamenti (dopo le coop rosse, dopo Mafia Capitale e dopo le indagini della magistratura che ancora coinvolgono i loro vertici). "La commissione di inchiesta sui finanziamenti ai partiti serve - continua Di Maio -, va fatta subito e deve riguardare tutti, anche il MoVimento. Nessuno escluso. I cittadini quando votano devono sapere se la forza politica a cui stanno dando il loro consenso fa i loro interessi o quelli di qualcun altro; c) riteniamo doveroso garantire la tracciabilità dei soldi che un partito incassa durante una campagna elettorale. Il MoVimento 5 Stelle, sempre con la SpazzaCorrotti, ha obbligato tutti a rendere pubbliche le donazioni che ricevono e su questo non ci si può tirare indietro".

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