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Dai cellulari alla lavanderia, ecco le 'spese del Palazzo'

Montecitorio

AdnKronos
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Roma, 15 lug. (AdnKronos) - di Vittorio Amato Dai cellulari alla lavanderia, dal ristorante alle poste. Quanto ci costano i deputati e il 'condominio' di Montecitorio? Spulciando il bilancio di previsione del 2019 si scopre che la Camera paga oltre un milione di euro (1 milione 155mila euro) per 'spese telefoniche'. Per la precisione: 400mila euro di telefonia fissa, 330mila euro di mobile e 425mila euro per la connessione internet. La voce è aumentata del 5,48% rispetto all'anno precedente, quando ammontava a 1 milione 095mila euro. Per i trasporti (in particolare, aerei, treni, pedaggi autostradali e traghetti) si parla, invece, di un esborso di 10 milioni 700mila euro, importo uguale a quello del 2018. In lieve calo la spesa per la 'pulizia' e 'l'igiene' del palazzo: 6 milioni 370mila euro in confronto ai 6 milioni 405mila euro della gestione precedente (- 0,55%). La 'posta' comprende, oltre alla 'pulizia' (6 milioni 100mila euro) anche lo 'smaltimento dei rifiuti' (245mila euro) e la 'lavanderia' (25mila euro). Oltre 2 milioni di euro (per l'esattezza 2 milioni 095mila euro) vengono utilizzati per i 'servizi di ristorazione', dalla mensa al piano terra alla buvette in stile Liberty del piano aula: rispetto al passato, anche in questo caso, si è registrata una riduzione, ma cambia la percentuale, parliamo di un -2,10%. In calo pure la 'mobilità' (-1,32%): 1 milione 125mila euro, di cui 410mila euro per gli accessi alla Ztl e 25mila euro per 'noleggio automezzi con conducente'. 'Crolla' pure il prezzo per spedire lettere e raccomandate ( -33,33%): si è passati dai 150mila euro del 2018 ai 100mila euro attuali. Resta invariato, invece, il costo della 'fornitura di acqua, gas ed elettricità' (4 milioni 650mila euro) e quello dei 'servizi sanitari', a cominciare dalle visite di controllo e dai presidi medici (730mila euro), mentre il 'servizio di facchinaggio' si riduce del 2,35%: 1 milione 660mila euro. Non cambia nemmeno la voce 'aggiornamento professionale per il personale e la formazione linguistica e informatica dei deputati': stessa cifra dell'esercizio di un anno fa, ovvero, 750mila euro. In aumento la spesa per i 'servizi editoriali' che registra un +1,12%: parliamo di 4 milioni 975mila euro, soprattutto per la preparazione e la stampa degli atti parlamentari. Con un +24,24% nel 2019 risulta consistente la 'spesa per assicurazioni' (infortuni dipendenti, malattia del personale non dipendente, RC-RCA e copertura missione in zone di guerra): 1 milione 025mila euro. Come nel 2018, anche quest'anno si prevedono 130mila euro per 'studi e ricerche', comprese le 'consulenze professionali' e il servizio 'traduzioni e interpretariato'. In calo rispetto al passato, la 'comunicazione istituzionale' (dalla comunicazione esterna ai servizi fotografici) costa 2 milioni 870 mila euro (-1,71%), mentre per i 'servizi di informazione' Montecitorio spende 2 milioni 995mila euro (-0,33% in confronto all'anno precedente). Sulle casse della Camera pesano poi i 79 milioni 551mila 571 euro per 'beni, servizi e spese diverse', cifra che prevede varie voci: dalle consulenze tecnico-professionali (220mila euro) alle 'spese per le procedure di gara' (110mila euro) e quelle 'per concorsi' (800mila euro), oltre ai 245mila euro per organizzare 'conferenze, manifestazioni e mostre'. In particolare, spiccano i costi delle commissioni d'inchiesta (500mila euro), in aumento del 12,87%, visto che nel 2018 le 'previsioni' erano ferme a 443mila euro. 'Valgono' 280mila euro, invece, le 'Commissioni permanenti, Giunte e Comitati': questa somma comprende le 'spese di missione' (225mila euro) e quelle per 'convegni e conferenze' (15mila euro). Per le 'attività internazionali' è prevista una spesa di 1 mln 820mila euro (+4% rispetto al 2018), mentre per il cerimoniale si registra un calo del 2,38% con un esborso di 615mila euro. La spesa complessiva per i deputati nel 2019 ammonta a 144 milioni 885mila euro. Secondo il bilancio di previsione per l'anno in corso, questa cifra comprende le 'indennità' degli onorevoli (81 milioni 265mila euro), i rimborsi per le 'spese di viaggio' (8 milioni 450mila euro), di 'soggiorno' (26 milioni 500mila euro), per 'l'esercizio del mandato parlamentare' (27 milioni 900mila euro) e quelle per il telefono (770mila euro). L'importo risulta invariato rispetto all'anno precedente, registrando un lieve calo dello 0,01 per cento, ovvero 144 milioni 905mila euro "Grazie alle misure di contenimento in materia di indennità parlamentare e di rimborsi ai deputati adottate nel 2011 e poi costantemente prorogate negli anni successivi - si legge nella relazione del collegio dei questori - la spesa per i deputati rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2018". Da ultimo, aggiungono, "con la delibera dell'Ufficio di presidenza del 20 dicembre 2018, le misure di riduzione in questione sono state prorogate fino al 31 dicembre 2021". Inoltre, riguardo sempre la spesa dei deputati, la proroga fino a tutto il 2021 delle misure di blocco e riduzione dell'indennità parlamentare e dei principali rimborsi, si legge nella relazione del collegio dei questori, determina ogni anno un minor onere, rispetto all'andamento tendenziale della spesa, pari a circa 43 milioni di euro. In particolare, se l'adeguamento automatico previsto dalla legge che paragona il trattamento economico degli onorevoli a quello dei magistrati non fosse stato bloccato con una delibera dell'Ufficio di presidenza della precedente legislatura (confermata anche in questa), l'indennità parlamentare sarebbe stata di 4mila 662 euro in più rispetto a quella attuale.

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