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Sea Watch, Lega lasciata sola a Strasburgo: i grillini sostengono il piano Moavero e non i porti chiusi

Caterina Spinelli
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Gli effetti del no dei leghisti alla nomina di Ursula Von der Leyen come presidente della Commissione europea si vedono immediatamente. A meno di un giorno dalle votazioni nell'aula di Strasburgo, in occasione del dibattito sul caso Sea Watch e le ong, la Lega diventa vittima sacrificale. Nessuno, tranne i sovranisti azzarda a difenderla. Neppure quei grillini che l'affiancano al governo e che, sulla capitana Carola Rackete avevano sostenuto Salvini. "Il piano del ministro Moavero per una soluzione europea della crisi dei migranti va nella giusta direzione". Il lavaggio di cervello è fatto e la trasformazione europeista sul Movimento è compiuta: i pentastellati sembrano passare dal piano Salvini dei porti chiusi al piano Moavero.  Leggi anche: Matteo Salvini e il dubbio sul complotto M5s-Pd dopo la nomina della Von der Leyen Quest'ultimo prevede, tra le tante cose, la creazione nei Paesi di transito di uffici della Ue nei quali gli immigrati possano presentare richiesta di asilo in modo da poter essere poi trasferiti in Europa – una volta accettata la domanda – attraverso un corridoio umanitario. Una volta qui verrebbero poi smistati in "aree franche" da crearsi negli Stati membri che vorranno aderire al programma. Nella versione tedesca l'iter sarebbe ancora più semplice, senza uffici su territorio africano ma con, appunto, una "alleanza" tra Stati. Ma torniamo all'incontro a Strasbrurgo dove socialisti, liberali e anche i Popolari hanno messo alla ghigliottina Salvini, il tutto davanti ai 5 Stelle indifferenti. O, molto più probabilmente, impegnati a trovare agganci migliori. 

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