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Matteo Salvini, il retroscena sul piano estremo: "Il problema è Conte". Stessa maggioranza, nuovo premier

Giulio Bucchi
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La telefonata notturna tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio tappa almeno una falla. A Barzago, dopo aver parlato per qualche minuto con il collega del M5s, il leader leghista ha fatto rientrare la crisi: "Questa mattina avevo detto che non c'è più fiducia. Mi correggo: in Di Maio ho avuto e ho fiducia, è una persona per bene". Una tregua, però, perché come ripete ai suoi il Capitano "la crisi non è archiviata". E il motivo ha un nome e cognome: Giuseppe Conte.  Leggi anche: "Il piano schiaccianoci". Becchi, profezia nera: come proveranno a far fuori la Lega "Ormai è inaffidabile - è il giudizio tranchant di Salvini, in un retroscena del Messaggero -. È andato in Europa a trattare su una linea europeista fedele ai vincoli contabili, rinnegando la nostra e per il commissario Ue ha lavorato per altri, non per Giorgetti. Come ci si fa a fidare di uno che tradisce la nostra fiducia?!". Il problema, insomma, è il premier. Che peraltro fa scudo di fronte alle richieste di rimpasto del governo, e anche per questo Salvini è sempre più duro: "Se nel governo c'è chi non lavora o lavora male, la colpa non è solo dei ministri, ma di chi coordina la squadra...". Secondo il quotidiano romano, si potrebbe arrivare a una soluzione estrema: "un nuovo governo, con la stessa maggioranza, con un nuovo premier", anche a costo di tornare al voto. Scenario, questo sì, da fantascienza.  

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