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Davide Casaleggio ha deciso, Luigi Di Maio va licenziato: il momento in cui ha deciso

Davide Locano
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Il M5s e Luigi Di Maio perdono sempre, sconfitti in modo sistematico da Matteo Salvini e dalla Lega. L'ultimo esempio, la fiducia al Senato sul decreto sicurezza-bis. Altro che incidente, altro che crisi di governo: testo approvato a tempo record, zitti e mosca. Una paralisi dietro alla quale si nasconde in malo modo la paura dei grillini di restare senza scranno: nel caso di ritorno al voto, infatti, tra eventuale vincolo relativo ai due mandati e dimezzamento dei voti, in quanti verrebbero rieletti? Ragioni per le quali Di Maio, secondo quanto svela Il Giornale in un retroscena, vorrebbe congelare la riorganizzazione del M5s, che sarebbe dovuta iniziare in seguito al primo deludente tour tra gli attivisti locali. Quegli incontri - qualcosa è trapelato nonostante il divieto di riprese e registrazioni - spesso sono stati una sorta di resa dei conti, con la base che accusava il leader. Di Maio sempre nel mirino, dal Trentino alla Sardegna. Segnale di un malcontento ormai molto più che percepibile, cavalcato tra gli altri da Alessandro Di Battista: in molti, nel M5s, vogliono la testa del leader. E tra questi, aggiunge Il Giornale, adesso ci sarebbe anche Davide Casaleggio, stufo dei fiaschi del suo capo politico, e che starebbe accarezzando l'idea di scaricare Giggino. Si pensi anche alle dimissioni di Massimo Bugani, che è il braccio operativo di Casaleggio jr, una circostanza pesantissima e rivelatrice. Si pensi anche agli elogi rivolti da Di Battista proprio a Bugnani per la mossa. Leggi anche: Stefano Buffagni, il grillino silenzioso diventato uomo di potere Insomma, gli equilibri nel M5s stanno cambiando. Emblematiche le oscillazioni anche di Beppe Grillo e Roberto Fico. L'ala movimentista, ora, sta confluendo con la nuova ala governista, ovvero Casaleggio e Bugani. L'obiettivo comune? Defenestrare Di Maio, al quale si imputa la disfatta alle Europee e la sconfitta continua contro la Lega, nonostante gli ampi margini di manovra che gli erano stati affidati. La rivolta della base si fa sempre più sentire, i consensi diminuiscono giorno dopo giorno, nello stato maggiore pentastellato sempre meno figure di riferimento credono in Giggino. Morale? Anche Casaleggio, ora, sarebbe convinto: Di Maio va silurato. La prossima mossa sarà la scomunica in pubblico, assicura infine Il Giornale. Resta da capire quando, ma il conto alla rovescia sarebbe ampiamente iniziato.

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