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Romano Prodi e il "governo Orsola". Ora è tutto chiaro: lo zampino dell'Europa sull'inciucio anti-Salvini

Giulio Bucchi
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Una coalizione di governo "Ursula", italianizzata "Orsola", nel Parlamento italiano tra le forze che a Strasburgo hanno eletto la nuova presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: a proporla è Romano Prodi, nel suo classico editoriale della domenica sul Messaggero. L'ex premier e padre nobile dei dem avalla esplicitamente l'ipotesi di un accordo tra Pd e M5s (e verosimilmente parte di Forza Italia, che a Strasburgo votò la Von der LeyenI), ma questo accordo dovrà essere di legislatura: "Bisogna partire - ha osservato - dalle ragioni che hanno portato al declino del governo attuale e preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione. È un compito difficilissimo ma non impossibile. È stato messo in atto in Germania".  Leggi anche: "Sempre meglio del governo Travaglio". Berlusconi con Pd e M5s, uno scenario impensabile "È chiaro che l'accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell'Italia come membro attivo dell'Unione europea", ha sottolineato Prodi. "Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filoeuropea Orsola, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea. Deve essere un accordo duraturo: non per un tempo limitato ma nella prospettiva dell'intera legislatura. Perché questo sia credibile è innanzitutto necessario che contenga, in modo preciso e analitico, i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria. Non sarà certo facile - aggiunge il Professore - trovare l'unità necessaria per definire questo programma fra partiti che si sono tra di loro azzuffati per l'intera durata del governo e che hanno perfino un diverso concetto del ruolo delle istituzioni nella vota del Paese".

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