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Conte: "Il governo si arresta qui" "Al Quirinale per dimissioni"/Diretta

AdnKronos
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Roma, 20 ago (AdnKronos) - "L'azione di governo si arresta qui". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso al Senato annuncia la decisione di salire "al Quirinale per dare le dimissioni". E punta il dito sulle parole di Matteo Salvini che hanno "innescato la crisi" portando l'esecutivo alla fine del suo percorso. La decisione, accusa Conte, è arrivata "subito dopo l'approvazione della fiducia sul dl Sicurezza", che "suggerisce opportunismo politico" da parte del ministro dell'Interno e, pertanto, lo accusa di "aver agito per interessi personali di partito", compromettendo con il suo partito l'intero "interesse nazionale". "Se tu avessi mostrato cultura delle regole l'intera azione di governo ne avrebbe tratto giovamento - attacca il premier -. La cultura delle regole non si improvvisa, ma è la qualità fondamentale per fare il ministro o il presidente del Consiglio". "Caro Matteo", continua guardando Salvini, seduto accanto a lui, "ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese, hai chiesto pieni poteri per governare e ti ho sentito convocare le piazze". "Questa tua concezione mi preoccupa" gli dice. Il premier ricorda che "il principio dei pesi e dei contrappesi è fondamentale perché sia garantito l'equilibrio del nostro sistema e siano precluse vie autoritarie". Noi "non abbiamo bisogno di persone con pieni poteri, ma di cultura istituzionale e senso di responsabilità", ha spiegato il premier, citando Federico II di Svevia (nemmeno il potere del sovrano deve stare sopra la legge) rispetto alle 'concezioni sovraniste'. Il j'accuse del premier non si arresta, anzi. "Non sei riuscito a contenere la foga comunicativa", attacca Conte, e "hai incrinato la compattezza della squadra di governo, quando ti avevo pregato all'indomani delle elezioni europee di riferirmi direttamente e riservatamente qualsiasi osservazione in ordine alla composizione della squadra di governo". Mentre Conte accusa Salvini di aver pensato solo ai suoi interessi personali, il leader della Lega scuote più volte il capo, in segno di disapprovazione, e alza gli occhi al cielo, prendendo appunti. Il premier critica anche i tempi dell'apertura della crisi perché "ad agosto" rappresenta "un gesto di imprudenza istituzionale", oltre a esporre il Paese al "rischio di ritrovarci in un esercizio provvisorio altamente probabile". "I comportamenti del ministro dell'Interno rivelano scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale" rimarca, contestando anche la politica fatta sui social. "Non posso permettere - dice Conte - che questo passaggio istituzionale così rilevante possa consumarsi attraverso conciliaboli riservati, sui social o in dichiarazioni fatte per strada o in una piazza". "Per un ufficiale contraddittorio l'unica sede in cui confronto pubblico può svolgersi è il Parlamento" sottolinea Conte. L'"ultima osservazione" del premier, sempre contro Salvini, riguarda l'ostentazione del rosario nei comizi: "Chi ha compiti istituzionali dovrebbe evitare di accostare a slogan politici i simboli religiosi". Non sono mancate durante il discorso di Conte numerose contestazioni dai banchi dei senatori della Lega e a ogni critica in risposta gli applausi scroscianti del M5S.

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