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Luigi Di Maio disperato telefona a Zingaretti e rincara la dose: "O io vicepremier o salta tutto"

Caterina Spinelli
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"Non accetto di essere umiliato così e non accetto che lo sia il Movimento. Conte è un premier terzo, io sono il capo politico del M5S che deve entrare nell'esecutivo come vicepremier". Luigi Di Maio telefona a Nicola Zingaretti. La chiamata arriva alle 22.30 quando il segretario del Pd aveva già fatto un sospiro di sollievo dopo aver dato il via libera a un Conte bis, durante la prima giornata delle consultazioni. E invece si sbagliava, Di Maio rincara la dose e presenta il suo aut aut: "O io vicepremier o salta. Vi ricordo che c'è anche la votazione su Rousseau". Zingaretti quasi pensa a uno scherzo, poi - spiega Il Corriere -capisce che il leader grillino fa sul serio: "Senti, Luigi, parlane con Conte. Mi dici che salta tutto? Bene, io domani mattina ho la Direzione del partito, la gran parte dei membri è qua nei dintorni. Significa che me li chiamo subito e dico loro che tu non ci stai più". E il voto su Rousseau "è uno sgarbo istituzionale" al capo dello Stato. Leggi anche: Senaldi: "Se Paragone molla i Cinque Stelle significa che sono finiti e lui..."   La testardaggine di Di Maio fa pensare ai dem che abbia ancora un filo di dialogo con Salvini oppure, chissà, che i pezzi da novanta della Difesa stiano facendo pressione per non averlo neanche a quel ministero. Sia come sia, quel "attenzione, salta di nuovo tutto" passa di telefono in telefono. Quella che sembrava un'alleanza quasi fatta e finita, risulta invece molto più complessa di quanto si pensasse. D'altronde se litigano solo sulle poltrone, non arriveranno mai a vedere la luce in fondo al tunnel. 

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