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Salvini, la bordata del Pd per farci invadere: riaprire tutti i centri di accoglienza. Quanto ci costerà

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Caterina Spinelli
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Raggiunto il primo obiettivo, quello di allontanare Matteo Salvini dal Viminale, il governo giallorosso si concentrerà sulla veloce riapertura dei centri Cas chiusi in questi 15 mesi. Non riuscendo a cancellare con un colpo di spugna i decreti Sicurezza e Sicurezza bis, l'asse Pd-M5s rimetterà in moto la macchina dell'invasione. Il leader leghista - ricorda Il Giornale - ha chiuso, tra gli altri, i centri di accoglienza straordinaria di Cona e Bagnoli in Veneto, di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia, quello di Castelnuovo di Porto a due passi da Roma e la smisurata realtà di Mineo a pochi chilometri da Catania. Non ultimo ha abbattuto la baraccopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria. Leggi anche: Salvini non molla anche se è un ministro uscente: "Niente sbarco per la Lifeline" Lo scopo dei buonisti è molto meno buonista di quanto si pensi: ossia mettere le mani sul plafond di 150 milioni almeno. Conteggiati solo come spesa preventiva. E così al via i lavori per riaprire Mineo. Operazione, questa, che consentirebbe di distribuire soldi a pioggia pari a circa 41 milioni di euro e riattrezzare i 2.400 posti. Senza contare l'appalto milionario per la ristrutturazione delle casette e dei giardinetti circostanti. A seguire la riattivazione di Borgo Mezzanone. Qui il costo raggiungerebbe 32 milioni annui per 650 posti. E ancora Castelnuovo di Porto dove la cooperativa Auxilium è in trepidazione per partecipare a quello che potrebbe essere il nuovo appalto milionario: 21 milioni iniziali all'anno per 500 ospiti. Più cauti - prosegue il quotidiano di Sallusti - si dovrà andare in Veneto tra Cona e Bagnoli (gli ultimi impegni di spesa sono stati di 20 e 30 milioni rispettivamente): qui però la popolazione locale e altrettanto l'amministrazione ha intenzione di opporsi con tutte le proprie forze alla riapertura d'imperio dei ghetti.

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