Salvini, la bordata del Pd per farci invadere: riaprire tutti i centri di accoglienza. Quanto ci costerà
Raggiunto il primo obiettivo, quello di allontanare Matteo Salvini dal Viminale, il governo giallorosso si concentrerà sulla veloce riapertura dei centri Cas chiusi in questi 15 mesi. Non riuscendo a cancellare con un colpo di spugna i decreti Sicurezza e Sicurezza bis, l'asse Pd-M5s rimetterà in moto la macchina dell'invasione. Il leader leghista - ricorda Il Giornale - ha chiuso, tra gli altri, i centri di accoglienza straordinaria di Cona e Bagnoli in Veneto, di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia, quello di Castelnuovo di Porto a due passi da Roma e la smisurata realtà di Mineo a pochi chilometri da Catania. Non ultimo ha abbattuto la baraccopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria. Leggi anche: Salvini non molla anche se è un ministro uscente: "Niente sbarco per la Lifeline" Lo scopo dei buonisti è molto meno buonista di quanto si pensi: ossia mettere le mani sul plafond di 150 milioni almeno. Conteggiati solo come spesa preventiva. E così al via i lavori per riaprire Mineo. Operazione, questa, che consentirebbe di distribuire soldi a pioggia pari a circa 41 milioni di euro e riattrezzare i 2.400 posti. Senza contare l'appalto milionario per la ristrutturazione delle casette e dei giardinetti circostanti. A seguire la riattivazione di Borgo Mezzanone. Qui il costo raggiungerebbe 32 milioni annui per 650 posti. E ancora Castelnuovo di Porto dove la cooperativa Auxilium è in trepidazione per partecipare a quello che potrebbe essere il nuovo appalto milionario: 21 milioni iniziali all'anno per 500 ospiti. Più cauti - prosegue il quotidiano di Sallusti - si dovrà andare in Veneto tra Cona e Bagnoli (gli ultimi impegni di spesa sono stati di 20 e 30 milioni rispettivamente): qui però la popolazione locale e altrettanto l'amministrazione ha intenzione di opporsi con tutte le proprie forze alla riapertura d'imperio dei ghetti.