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Luigi Di Maio, la menzogna davanti a Mattarella. "Non c'è problema", il punto più basso per il M5s

Giulio Bucchi
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Una menzogna rivenduta ai grillini. O, peggio, al Capo dello Stato. Secondo il Fatto quotidiano, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte hanno rassicurato Sergio Mattarella sul fatto che l'esito del referendum online sulla piattaforma Rousseau a proposito del governo tra M5s-Pd non influirà in alcun modo sulla conferma di quel patto politico. In altre parole: "Comunque vada la consultazione tra gli iscritti, i Cinque Stelle diranno sì all' accordo per il governo giallorosso". Un bel cortocircuito per chi fino a poche ore fa, pur tra mille imbarazzi, rivendicava Rousseau come unico strumento di democrazia diretta. I tempi dell'uno vale uno, si sa, sono finiti da un pezzo ma qua siamo alla presa per i fondelli bella e buona.  Leggi anche: "Non fatemi parlare di Rousseau. È come se...". Senaldi smonta in diretta il M5s Solo tre giorni fonti grilline ribadivano: "Gli iscritti al M5s hanno e avranno sempre l'ultima parola. Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal MoVimento 5 Stelle". Parole giudicate dal Quirinale alla stregua di "sgarbo istituzionale" e che ha reso necessaria la correzione di linea. "Ha voluto, il presidente, un sì pieno, incondizionato", riporta ancora il Fatto. Di Maio e Conte hanno obbedito, pur sapendo che un no della base al Pd "sarebbe un problema di non facile gestione" anche se storicamente lo strumento ideato dalla Casaleggio Associati ha sempre confermato, fortunata coincidenza, la linea politica dettata da Casaleggio, Grillo e Di Maio. Ma ci si penserà dopo la fiducia: quel che conta, oggi, è restare al governo. 

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