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M5s, voto farsa su Rousseau: Giuseppe Conte vola al 60% tra gli attivisti, ecco perché non sarà citato il Pd

Cristina Agostini
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"Gli iscritti hanno la prima e l'ultima parola nel Movimento". Max Bugani, uomo forte dell'Associazione Rousseau e in rotta con Luigi Di Maio, lo dice senza mezzi termini: sarà la base a dire se il governo con il Pd si farà o se si tornerà alle elezioni. Ma sarà davvero così. In realtà, rivela il Corriere della Sera in un retroscena, Davide Casaleggio ha sul suo tavolo, da lunedì scorso dei sondaggi riservati sulla popolarità di Giuseppe Conte nell'elettorato grillini, i primi dopo il durissimo discorso del premier contro Matteo Salvini il 20 agosto in Senato: "Oltre il 60 per cento". Insomma, Conte è quattro volte più amato di Di Maio o di Alessandro Di Battista. Così nell'ultima seduta congiunta degli eletti a Camera e Senato in cui Di Maio non era presenta, gli interventi a favore del Conte bis sono stati la quasi totalità e per la stragrande maggioranza di deputati e senatori, il ricorso al voto su Rousseau è comunque un pensiero fastidioso perché sarebbero loro. Perché un "improbabile no" degli iscritti al governo si trasformerebbe in una richiesta formale con il voto di fiducia alle Camere. Un cortocircuito che starebbe tutto nell'assurda richiesta dei parlamentari pentastellati di votare contro un governo che nasce proprio su impulso del Movimento che coincide peraltro con la personalità più amata dagli elettori del Movimento. Quindi il quesito sarà concentrato sulla parole "Conte e senza citare il Pd". "Volete voi che nasca un governo Conte 2, che si pone come obiettivi eccetera...?". Finora hanno sempre vinto i sì. 

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