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Ferruccio De Bortoli, la verità sulla patrimoniale di Pd e M5s: "Se prevale un po' di sano realismo..."

Davide Locano
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Del futuro (economico) tratteggiato dal nascituro - probabilmente - governo di M5s e Pd dice la sua Ferruccio De Bortoli. Lo fa con un fondo su L'Economia del Corriere della Sera. Al centro della sua analisi il peggiore degli spauracchi: la patrimoniale. "L'accrocchio incolore che si appresta (forse) a governare il Paese una patrimoniale non la farà. Silvio Berlusconi la teme. Luigi Di Maio la esclude. Tassare i grandi patrimoni, in un' ottica redistributiva, sarebbe obiettivo implicito di una coalizione sbilanciata a sinistra", premette l'ex direttore del Corsera. Leggi anche: De Bortoli: "L'equivoco di fondo, Salvini e Di Maio..." E ancora: "E anche nel mondo grillino non sono assenti suggestioni di questo tipo. Ma crediamo che prevarrà un sano realismo, anche perché ci auguriamo che i ministri siano non solo preparati ma anche di buon senso. E poi per introdurre un'altra patrimoniale (sì perché ne abbiamo già un discreto numero) occorrono capacità tecnica e solida nonché coerente volontà politica. Qualità rare da tempo, specie la coerenza", sottolinea De Bortoli. Insomma, almeno la "rapina forzosa" sarebbe da escludersi. Forse, "crediamo che prevarrà un sano realismo" appare comunque una frase un poco minacciosa. Dunque De Bortoli si interroga su "che cosa è lecito attendersi sul piano fiscale dal governo". Ecco dunque la risposta: "Ovviamente il disinnesco delle clausole Iva. Certo, ma qualcuno dica - magari prima della fiducia alle Camere - dove si trovano i soldi. Farlo ancora in deficit vorrebbe dire che gli esecutivi cambiano colore ma la musica è la stessa. Più deficit, più debito. In secondo luogo sarà certamente un caposaldo del programma la riduzione del cuneo fiscale e contributivo", sottolinea De Bortoli.

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