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Giuseppe Conte vuole Vasco Errani alle Politiche regionali: con l'inciucio M5s-Pd tornano le coop rosse

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Caterina Spinelli
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Tutta la partita Cinque Stelle-Pd si gioca sulle poltrone. Dovrebbero - fino a prova contraria - essere otto per i dem e otto per i grillini. La vera sfida però è ottenere la maggioranza in Senato. È qui che il futuro esecutivo giallorosso è in bilico in cerca di voti. Contando i loro numeri, la soglia dei 161 (quella per avere la fiducia al Senato) non viene raggiunta: i 5 Stelle hanno infatti 107 senatori, anzi 106 se si considera che Gianluigi Paragone ha annunciato di non votare a favore dei giallorossi. I democratici sono invece 51. Secondo questa logica le due compagini al completo arrivano a 158/157. Ed ecco che i "piccoli" diventano determinanti.  Leggi anche: Fiano e Grasso, l'incubo del toto-ministri Pd e M5s Innanzitutto i quattro senatori di Leu che fanno parte del Misto: Pietro Grasso, Vasco Errani, Loredana De Petris e Francesco Laforgia. Leu ha dichiarato al Colle la disponibilità a sostenere la nuova maggioranza. E si arriva a 162. Poi, ci sono gli ex-M5S: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Saverio De Bonis, Carlo Martelli e Maurizio Buccarella. E anche in questo caso il sostegno dovrebbe esserci, ma nulla è ancora definitivo. E così l'inciucio mette le mani avanti e propone, proprio a uno di questi "indecisi", un ruolo: si tratta di Errani. A lui dovrebbero andare le Politiche regionali chieste direttamente da Giuseppe Conte durante l'incontro con la delegazione LeU.

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