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Gianluigi Paragone sceglie la poltrona dopo il voto su Rousseau: "Ho giocato la mia partita"

Davide Locano
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Tra i grandi sconfitti dal voto su Rousseau, dove ha trionfato il sì all'inciucio, oltre ad Alessandro Di Battista c'è il suo fiero scudiero, ovvero Gianluigi Paragone. Il senatore grillino, infatti, era contrarissimo all'accordo col Pd: lo ha detto anche con le parole di Vasco Rossi e si è beccato pure la reprimenda del Blasco, suo idolo, che gli ha intimato di non usare i suoi brani per fare politica. Ma tant'è, ora che farà Paragone? Da par suo, subito dopo il voto, ha commentato: "Oggi una splendida comunità ha indicato una direzione politica chiara. Ho giocato la mia partita senza risparmiarmi. Nel rispetto di questa comunità, che resta la mia comunità e che mi ha mandato in Parlamento, deciderò di conseguenza. La mia forte criticità resta intatta ma tutte le volte che ho perso non ho mai portato via il pallone impedendo agli altri di giocare", ha affermato Paragone, allontanando così l'ipotesi delle dimissioni ventilata nei giorni precedenti. "Ne parlerò con Luigi Di Maio e col mio capogruppo in Senato - ha ripreso -. Intanto grazie a tutti gli attivisti per la partecipazione incredibile e un abbraccio forte allo staff di Rousseau per averci concesso di scrivere questa pagina di partecipazione. Come voleva Gianroberto Casaleggio", ha concluso. Insomma, Paragone sembra orientato a tenersi ben stretta la sua poltrona... Leggi anche: Salvini, la "campagna acquisti" tra i grillini

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