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Luigi Di Maio teme Salvini e ora fa marcia indietro sull'immigrazione: "Non c'è alcuna discontinuità"

Caterina Spinelli
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Per Luigi Di Maio c'è un limite alla discontinuità che i nuovi alleati hanno chiesto rispetto al governo gialloverde. È quello della "linea Minniti": "Più indietro, non si torna". I flussi migratori, per il leader grillino, vanno sì regolati e gestiti, ma senza prendere posizioni troppo diverse dalla Lega. Il motivo - come spiega La Stampa - pare scontato. I consensi del Carroccio e di Salvini sono alti e sono aumentati dopo la dichiarazione di Conte sul ritorno all'accoglienza dei clandestini. Questo però vuol dire che la stagione dei "porti chiusi" verrà archiviata, però, se arriverà in futuro una nave ong con migranti a bordo, si faranno sbarcare; contestualmente, si tratterà per il ricollocamento con i partner europei. Leggi anche: Salvini da Pontida: "Torneremo a essere un campo profughi" E per proteggere la sua leadership dagli avversari interni, il pentastellato sa di non poter permettere che il Movimento subisca un altro calo. Questa la preoccupazione del ministro degli Esteri, mentre nel Pd fanno un ragionamento speculare: risolvere le emergenze in tempi rapidi non consente più a Salvini di speculare per settimane e di drenare consenso con una drammatizzazione di problemi risolvibili in poche ore. La verità - prosegue il quotidiano - è che il leader grillino ha ancora paura che questa alleanza finisca per fare più male che bene al suo Movimento. Tanto da affrettarsi a dichiarare in pubblico che non c'è "nessuna discontinuità" rispetto al passato governo con la Lega. "Credo ci sia un grande equivoco sull'assegnazione del porto sicuro alla Ocean Viking. Noi l'abbiamo assegnato perché l'Europa ha aderito alla nostra richiesta di prendere gran parte dei migranti".

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