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Luca Ricolfi: "Quella di Matteo Renzi è solo un'operazione di potere ma può ricattare la maggioranza"

Cristina Agostini
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"Il partito di Zingaretti è stato sinistrizzato proprio da Renzi, che costringendolo a fare un governo con i 5s ne ha spento ogni vocazione riformista e modernizzatrice, e resuscitato i peggiori istinti giustizialisti e assistenzialisti". Luca Ricolfi, sociologo, commenta in una intervista a Il Giornale la scissione di Matteo Renzi dal Pd: "Mi pare evidente che, senza i 30 o 40 parlamentari di Renzi, il governo non ha la maggioranza. Quindi Renzi ha il pieno controllo della durata della legislatura. Altroché Mattarella. L'unica cosa che può fare Zingaretti per liberarsi di Renzi è dire: assì? allora andiamo al voto, con questa legge elettorale, e vediamo quanti parlamentari riesci ad eleggere". Leggi anche: Una voce dietro la scissione. Renzi? "Manina" di Macron per far fuori i dem in Europa Ma occhio, perché il renzismo difficilmente può funzionare autonomamente, continua Ricolfi, "è solo ricerca spasmodica del potere". E non c'entra niente con En Marche. "Quando Macron lanciò il suo movimento era una figura politica vergine, con un programma chiaro e tutt'altro che improvvisato. Renzi viene da una sonora sconfitta (al referendum), e ormai ha una patente di inaffidabilità totale: non ha mantenuto la promessa di ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta al referendum, ha tradito il suo solenne (e condivisibilissimo) impegno a non allearsi con i Cinque Stelle, ora - se tradisce il Pd - non fa che confermare la fama di spregiudicato trasformista che si è cucito addosso da solo". 

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