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Alfonso Bonafede e l'incontro con Andrea Orlando: riforma della giustizia, un guaio per il governo

Caterina Spinelli
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Il governo giallorosso deve fare i conti con la riforma della Giustizia. Il voto alla Camera sugli arresti domiciliari di Diego Sozzani (salvato da alcuni franchi tiratori, presumibilmente renziani) è un campanello d'allarme per un'alleanza già di per sé debole. La scorsa settimana il ministro Alfonso Bonafede e Andrea Orlando, vicesegretario del Pd nonché suo predecessore a via Arenula, si sono incontrati per capire - spiega Il Corriere della Sera - cosa mantenere della proposta "salvo intese" varata durante il primo governo Conte. Ciò non toglie la mannaia sulla scadenza. Questa coincide con il 1° gennaio, quando scatterà l'abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, bandiera dei grillini. Leggi anche: Bibbiano, il sindaco del Pd querela Di Maio Il capogruppo democratico in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, vorrebbe rinviare l'entrata in vigore di quella norma, ma non sarà semplice. "Il cammino sarà in salita perché noi siamo saldamente ancorati a garanzie e diritti, mentre loro su questo sono meno attenti". Non mancano dunque le divisioni, che potrebbero verificarsi anche sulle modifiche al Csm e al suo sistema elettorale e sulle intercettazioni. Insomma, ne vedremo delle belle. 

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