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Mario Bertolissi, il giurista che negozia a Roma sull'autonomia: "Al Nord tira una brutta aria"

Cristina Agostini
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"Al Nord tira una brutta aria". Se con il primo governo Conte l'autonomia era sta messa da parte con il Conte bis si teme una riforma depotenziata e inutile. Mario Bertolissi, docente di diritto costituzionale all'Università di Padova, promotore del referendum e membro della delegazione che da oggi riprende a negoziare con lo Stato, in una intervista al Corriere della Sera, parla di "pregiudizi ideologici e veti politici insopportabili" e afferma che i timori su una mancata riforma "non sono infondati". "Chi conosce i problemi in cui si dibatte la Repubblica e non ignora le vicende del regionalismo, e ha letto le bozze di intesa, è in grado di rilevare come nel loro insieme si riportino alla Costituzione e ai suoi principi fondamentali, che non si risolvono affatto nella distribuzione delle competenze. Eguaglianza e solidarietà sono la sostanza della dignità umana, che dev'essere di tutti", spiega Bertolissi. "È una affermazione generica, non prova nulla. Tutt'al più a essa riconosco il carattere dell'ovvietà, che non tiene conto dell'aria che tira al Nord: brutta, e lo dico senza essere catastrofista". Leggi anche: "Non saremo il partito delle tasse", Di Maio trema. Il retroscena: irritazione con Conte, l'altolà ai suoi E guai a parlare di "una secessione dei ricchi". Il giurista ricorda le "parole dei due ultimi governatori di Bankitalia. Di Draghi, che nel 2008 ha ricordato come l'ammontare di risorse trasferite al Sud sia stato 'imponente'. Di Visco, che nel 2019 ha rilevato come si sia trattato di 'interventi deludenti nei risultati'. Se continuiamo così, la divaricazione Nord-Sud aumenterà a dismisura, perché sono i fatti che lo comportano. Altro che secessione dei ricchi". E ancora: "Perché non riconoscere che ci sono due modelli fra loro incompatibili: Roma e Milano? E che Roma deve copiare Milano?".  

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