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Vittorio Feltri, attacco alla Costituzione: "Perché è una schifezza e per che cosa è stata pensata"

Davide Locano
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Tanto per cambiare i nostri politici strambi e incompetenti hanno ricominciato a parlare a vanvera di legge elettorale, convinti che da questa dipendano le loro fortune e sfortune. Da venti anni non si discute di altro: c'è chi propone il sistema proporzionale, sperimentato a lungo durante la prima Repubblica dominata dalla Democrazia Cristiana, chi preferisce il sistema misto e chi, invece, propende per quello maggioritario. Chiacchiere inutili o dispersive. Non si rendono conto i nostri rincoglioniti dirigenti di partito che per vincere le elezioni e quindi governare c'è un solo modo che prescinde dalle alchimie relative alla tecnica di voto, che è pressoché irrilevante: l'unico elemento decisivo consiste nell'ottenere più suffragi degli avversari. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Un abisso tra il popolo italiano e il governo" Immaginare di prendere in mano le leve del potere ciurlando nel manico e inventando tranelli elettoralistici è una pia illusione. Conta il numero dei consensi non la metodologia con cui essi si conquistano. Non c'è mezzo di ficcare questo concetto elementare nella testa di deputati e senatori, i quali si azzannano appunto da decenni nel tentativo di fregarsi a vicenda. Lo spettacolo che ne deriva è sconsolante: ogni due per tre salta su un cretino persuaso di aver trovato la formula magica idonea a conquistare il potere. Il problema in realtà è un altro, ben identificato da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di ieri. Gli italiani credono davvero di disporre della Costituzione più bella del mondo e la conservano gelosamente quasi fosse una preziosa reliquia, quando, invece, è una schifezza studiata apposta per rendere codesto povero Paese ingovernabile. Pesi e contrappesi si annullano a vicenda, perfino il presidente del Consiglio, essendo primus inter pares, vale quanto il due di picche quando la briscola è a cuori. Ergo, un qualsiasi esecutivo basato su coalizioni bastarde, le sole possibili in Italia, rischia ogni minuto la crisi. Dopo di che si ricomincia a trattare in Parlamento per imbastire una nuova ammuccchiata che consenta di guidare a capocchia la nazione. Andiamo avanti così da lustri senza cavare un ragno dal buco. Sta succedendo pure in questa fase, la peggiore forse della storia. Dallo sposalizio tra 5 Stelle e Lega si è passati al connubio tra gente che si odiava fino al giorno prima, grillini e democratici, con una disinvoltura che farebbe ridere se non facesse vomitare. Nel casino generale si è inserita una volpe, Matteo Renzi, di cui ignoriamo la strategia finale, ma apprezziamo la capacità di rompere i coglioni a tutti. Siamo ridotti a fare il tifo per i maneggioni. Preferiremmo andare alle urne e dare fiducia a chi fa incetta di preferenze. Invece siamo qui a sopportare Zingaretti e Di Maio. Mala tempora currunt da sempre. Da millenni. di Vittorio Feltri

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