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Giuseppe Conte, il sospetto su Matteo Renzi e Luigi Di Maio: "Così facciamo poca strada". La notte delle liti

Cristina Agostini
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"Se Renzi comincia a differenziarsi per avere visibilità e Di Maio si mette a inseguirlo sul suo terreno, facciamo poca strada. Finiremo per dividerci in responsabili e arruffapopolo". Il clima nel quale si è definita la Nadef, la nota di aggiornamento del Documento di economia e Finanza, è questo: ad alta tensione. Riporta il Corriere della Sera in un retroscena che Dario Franceschini, rivolgendosi ai Cinque stelle e ai renziani ha parlato di una "smania quotidiana di visibilità", che "logora i governi". E Giuseppe Conte con una nota concordata con il Pd ha mandato un messaggio a Luigi Di Maio, che non perde occasione per far sentire il suo peso. Tanto che avrebbe tenuto una riunione con i suoi per annunciare di aver trovato il sistema - attraverso un software che rivelerebbe le false compensazioni dei grandi evasori - per recuperare dai 5 ai 7 milioni. Un protagonismo che si scontra con il suo ruolo alla Farnesina ma anche con il suo ruolo politico. Insomma, Renzi e Di Maio vengono visti da Franceschini e dal premier come i possibili guastatori del governo. Ma il vero scontro nella notte di domenica è avvenuto tra Luigi Marattin, renziano, e Antonio Misiani (Pd). Il primo voleva eliminare i riferimenti al cuneo fiscale. Misiani sosteneva che è possibile l'entrata in vigore di questa misura già nella prima metà del 2020. Le liti sono andati avanti tutta la notte.

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