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Matteo Renzi, l'intervista a Il Foglio svela la sua vera strategia: scardinare l'asse M5s-Pd

Davide Locano
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Lunedì 30 settembre, su Il Foglio, l'intervista-manifesto di Matteo Renzi. Un lunghissimo colloquio in cui il leader di Italia Viva spiega la sua strategia dopo l'addio al Pd. Quattro paginoni in cui, di fatto prende sempre più le distanze dal Pd e apre sempre più a Luigi Di Maio, con il quale non ha caso ha fatto muro contro l'aumento dell'Iva. Addirittura, come nota l'Agi, il fu rottamatore arriva ad affermare che "il reddito di cittadinanza è una misura che c'è e non si può eliminare". Lo stesso reddito ai fannulloni che Renzi aveva dipinto come origine di tutti i mali. Leggi anche: Chi in Forza Italia tifa per Matteo Renzi Ma non solo. Nel colloquio il leader di IV dice chiaro e tondo che, in tema di giustizia, tra Alfonso Bonafede ed Andrea Orlando lui sceglie il primo, non il suo ex guardasigilli, ai tempi in cui era premier e segretario dem. Clamorose aperture ai grillini. Aperture, va detto, sospette. E non solo considerando il personaggio con cui si ha a che fare. Parole che sono state a lungo analizzate ai piani alti del Pd. Un colloquio che finisce per confermare i sospetti che circolano al Nazareno: la strategia di Renzi sarebbe quella di scardinare l'asse tra M5s e Pd per accreditarsi, o imporsi, come azionista di maggior peso all'interno dell'esecutivo. Sospetti che circolavano da giorni, clamorosamente confermati dal colloquio di Renzi con Il Foglio.

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