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Taglio dei parlamentari, il centrodestra fa i conti delle possibili assenze

Cristina Agostini
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Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia voteranno sì al taglio dei parlamentari. Del resto sia Matteo Salvini sia Giorgia Meloni l'hanno sempre sostenuta. E per tutto il pomeriggio di ieri 7 ottobre gli esperti dei tre partiti hanno calcolato le possibili "assenze" o "defezioni" che potrebbero impedire all'aula di raggiungere quota 316, ovvero la maggioranza assoluta necessaria per varare la riforma.  Leggi anche: "Non morirà grillino, anzi, ne divorerà il consenso". Renzi e la mossa con cui tiene in pugno il Conte-bis Certo, è il ragionamento, "fare favori ad una maggioranza che per la prima volta va al voto in Aula e già potrebbe spaccarsi. Se possiamo affossarli, lo facciamo", riporta il Corriere della Sera. Le speranze del centrodestra sarebbero appunto cancellate dai numeri: la maggioranza infatti conterebbe su voti certi, quindi la strategia alla quale si stava pensando - l'uscita dall'Aula al momento del voto - risulterebbe inutile. E anche controproducente, perché se Pd, Leu e M5S ce la facessero da soli, una riforma popolare passerebbe solo con le loro firme e con un centrodestra latitante. "Voteremo a favore, ma basta con la mitomania della finta democrazia diretta", dice Laura Ravetto. E Sestino Giacomoni: "Il vero problema da porsi non è il taglio dei parlamentari, voluto da tutti, ma la qualità degli eletti: dovremmo fissare dei requisiti minimi di cultura ed esperienza per essere eletti deputati e fare i ministri". 

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