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Pier Ferdinando Casini sul taglio ai parlamentari: "Ecco chi resta fuori dalla riforma"

Caterina Spinelli
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"Siamo davanti a un impasto di demagogia privo di buon senso, per giunta presentato come un contributo determinante per i risparmi della comunità nazionale". Pier Ferdinando Casini liquida così la riforma sul taglio ai parlamentari: "Basta pensare alla tipica propaganda qualunquista che caratterizzò il periodo fascista. Propaganda simile all'attuale, dal taglio dei parlamentari a quello dei vitalizi" spiega a Repubblica.  Leggi anche: Pier Ferdinando Casini, bomba sotto la poltrona di Conte: perché deve lasciare la delega ai servizi E ancora: "Mentre nel Dopoguerra le eccellenze delle professioni accedevano alle cariche pubbliche e ne erano ripagate da una reputazione crescente, di qui a poco solo i disoccupati e i titolari di assegni sociali riterranno conveniente fare il parlamentare. Chi ha una professione importante, già da tempo, evita il pubblico ludibrio connesso al titolo di onorevole". Il problema? "Ci sono stati parlamentari che rubano: anzi, ci sono e ci saranno. Però la maggior parte di noi è gente che ha passione autentica". Passione, che porterebbe Casini (nel caso in cui fosse ancora deputato) a votare "no" alla riforma, d'altronde - come dice lui - "davanti ai principi me ne frego delle alleanze".

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