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Mario Draghi premier al posto di Giuseppe Conte? Il piano di Matteo Renzi, secondo Augusto Minzolini

Davide Locano
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Secondo Augusto Minzolini la crisi del governo M5s-Pd non è poi così vicina come alcuni profetizzano. In estrema sintesi, secondo quanto riportato in un retroscena su Il Giornale, le minacce e i veti incrociati degli ultimi giorni - che hanno portato a pensare che già sulla manovra i giallorossi potessero capitolare - sono fuochi di paglia. La ragione? Ad oggi, le urne non convengono a nessuno: il centrodestra viene dato davanti, e soprattutto Pd e M5s in caso di crisi dovrebbero scontare l'effetto negativo che conseguirebbe dall'aver dato vita a un governo durato soltanto poche settimane. Più plausibile, al contrario, che in un breve, medio o lungo periodo che sia si arrivi a un cambio di premier. Quest'ultima ipotesi, infatti, negli ultimi giorni continua a trovare diritto di cittadinanza in diversi retroscena di stampa. Il primo a volere una simile staffetta sarebbe il solito Matteo Renzi, che ha da tempo iniziato la sua battaglia contro il premier, spalleggiato anche da Matteo Salvini. E pure Luigi Di Maio - gli ultimi giorni lo hanno dimostrato - con Conte ha un rapporto sempre più logorato, e le rassicurazioni arrivate dal vertice di lunedì sera valgono a poco. Leggi anche: Standing ovation per Mario Draghi Quale premier, dunque? Una risposta, piuttosto clamorosa, la offre sempre Minzolini nel medesimo retroscena. Il piano è quello dello specialista dei giochi di palazzo, ovvero Renzi. Uno scenario che emerge quando si dà conto di quanto risposto dal leader di Italia Viva a chi gli chiedeva come fosse possibile immaginare che chi verrà nel suo partito, per esempio da Forza Italia, in questa legislatura possa votare la fiducia a un premier come Conte. "Nessun problema - risponde Renzi -, non pretendo certo che chi viene voti la fiducia a Conte. Semmai potrebbero votare i nostri emendamenti, se li convincessero, se li considerassero figli di una cultura liberale. A me non interessa l'oggi, ma il domani". Già, il domani. Parole un poco profetiche, per certo gravide di conseguenze. Il significato, secondo Minzolini, è chiaro: non c'è alcun bisogno di dare la fiducia al premier di oggi, ossia al presunto avvocato del popolo Giuseppe Conte. Gliela si potrà dare se cambiasse atteggiamento, "se diventasse adulto", per dirla con le parole del Minzo. Ad oggi, Renzi, promette fiducia al premier del futuro, il cui nome viene snocciolato in chiusura: Mario Draghi. Nome fatto tra le righe: promettere la fiducia "in un possibile domani a - uno che somigli a - un Draghi". Ma poiché tra poco - il 24 ottobre - Draghi lascerà la presidenza della Bce...

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