Cerca
Cerca
+

Bibbiano, il Pd e la vergognosa auto-difesa. Ma si affossa da solo: affidi, cosa non torna

Esplora:

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Non è successo niente a Bibbiano. Solo qualche mela marcia. Non esiste un sistema malato sugli affidi dei minori. O almeno così sostengono i vertici della commissione d' inchiesta istituita dalla regione Emilia-Romagna, dopo l' inchiesta che ha scatenato un putiferio sui presunti furti di bambini in Val d' Enza, provincia di Reggio Emilia. Tutto finito? Anche no. Intanto i pm non hanno ancora concluso le indagini e, in caso di rinvio a giudizio di alcuni operatori, bisognerà aspettare il verdetto dei giudici, prima di dire che a Bibbiano non c' è stata alcuna anomalia. Ma soprattutto non possiamo dimenticare che il presidente della Commissione d' inchiesta è un esponente Pd, una vice è grillina e l' altro vice è di Sinistra italia. Fatalità tre rappresentanti dell' attuale maggioranza in Parlamento e forse anche alle prossime regionali, proprio in Emilia Romagna. Insomma, quello uscito ieri è un giudizio politico di parte. Infatti i consiglieri regionali di Lega e Forza Italia hanno preso subito le distanze dalla conferenza stampa organizzata dai capi della commissione. Anche se, a sentire le parole degli esponenti giallorossi in realtà un problema sugli affidi c' è, eccome se c' è.  Leggi anche: "Delirio di onnipotenza". Grimoldi a Senaldi, la verità dietro Bibbiano Parecchi problemi - «I fatti di Bibbiano - precisa il presidente Giuseppe Boschini, Pd - li accerterà la magistratura e fanno riferimento a responsabilità individuali. In Emilia-Romagna ci sono sette assistenti sociali indagati su 2600, questo ci fa capire che, affianco a casi di cui parliamo sempre, c' è un sistema silenzioso che va aiutato. Dobbiamo capire còs' è successo in quei luoghi - ammette però - ma i numeri non ci dicono che esista lì un' anomalia ma, dai lavori della commissione, sta emergendo un quadro del sistema dei minori nazionale che ha parecchi problemi dal punto di vista normativo e organizzativo. Il sistema è migliorabile. È chiaro che quando ci sono problemi di questo genere - prosegue - è più facile che qualcuno, o per dolo o per mancanza di attenzione nel suo lavoro, possa uscire dai binari». Conflitti - Infatti il sistema non regge perchè si basa su conflitti d' interessi. L' assistente ravvisa un problema in famiglia: può chiedere l' affidamento al Tribunale dei minori o procedere subito col trasferimento e avvisare dopo 6 mesi l' organo giudiziario. Il funzionamento di quest' ultimo poi non è limpido: il collegio giudicante è infatti formato da due toghe e da due specialisti del settore, tipo psicologi o assistenti sociali. Magari operatori di comunità dove poi vengono accolti i minori tolti alla famiglia. Un circolo che è vizioso in partenza. Infatti «gli assistenti sociali devono rimanere tali, quello che sta purtroppo emergendo, dalle audizioni con le famiglie, è che quando queste figure vengono interpellate per chiedere aiuto, vengono percepite come degli inquisitori al servizio del Tribunale dei minori. Questo non deve succedere», spiega Raffaella Sensoli (M5s), vicepresidente insieme a Igor Taruffi (Si) della commissione speciale d' inchiesta. «Ad esempio - spiega la grillina - una proposta emersa sulla quale siamo concordi tutti è valutare una separazione dei ruoli degli assistente sociali, oltre a una costante formazione: chi viene chiamato, spesso dalle famiglie stesse, per assistere, non deve poi essere anche colui che indaga o valuta eventuali rischi di maltrattamento o abuso, perché poi, da parte delle famiglie, scatta una reazione di diffidenza nei confronti di chi dovrebbe aiutare». «Quello di Bibbiano - conclude la consigliera pentastellata - sembra un sistema distorto, ma bisogna aspettare il giudizio della magistratura, soprattutto per avere chiarezza sulle procedure pubbliche utilizzate. Sicuramente sono emerse crepe in cui situazioni illecite si possono insinuare». Quindi a Bibbiano c' erano «situazioni illecite», però non «esisteva un sistema criminale», precisa il Pd. Allora... Entro il 20 novembre la Commissione dovrà approvare la relazione finale. Ma Fdi e Lega già stroncano la presa di posizione giallorossa. Quello espresso è «un giudizio assolutamente partigiano e assolutorio, che arriva sostanzialmente a minimizzare quanto accaduto in Val d' Enza». I politici litigano, i bambini restano vittime. di Giuliano Zulin

Dai blog