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Umbria, il clamoroso errore di Pd e Cinque Stelle: così hanno perso gli operai e le Regionali

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Caterina Spinelli
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La sconfitta della sinistra in Umbria ha origini più antiche. Perugia e Terni sono nelle mani leghiste rispettivamente dal 2014 e dal 2018. La clamorosa disfatta (il centrodestra ha distaccato di venti punti percentuali i giallorossi) è lo specchio di una serie di errori non ponderati. Primo e più importante di tutti - racconta La Stampa - la poca considerazione di Pd e M5s nei confronti delle città operaie. Non a caso l'ultima a cedere è stata Terni, la città dell'acciaio, travolta dalla crisi nella quasi indifferenza della sinistra. Leggi anche: Rita Dalla Chiesa contro Travaglio: "La disfatta in Umbria è poco? Se il risultato fosse stato diverso..." L'Umbria d'altronde è la terra di agricoltori, da sempre in guerra con l'Europa per una gestione lenta e incomprensibile dei fondi comunitari. Non solo, questa regione è anche la terra di piccole e piccolissime aziende e di partite Iva: e le prime si sentono da sempre trascurate e le seconde trattate - da questo governo e dalla sua manovra - alla stregua di sicuri e irrecuperabili evasori fiscali. Un esempio dell'incapacità del Conte bis di guardare alle realtà più piccole e fragili - prosegue il quotidiano - è stata la visita del premier in Umbria. Il presidente del Consiglio non è sceso nelle piazze come i suoi avversari, ma ha preferito incontrare Brunello Cucinelli, un big dell'imprenditoria.  

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