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Sergio Mattarella, il retroscena: no a un nuovo esecutivo, in caso di crisi si torna al voto

Cristina Agostini
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Il Quirinale è in allarme dopo la legnata sonora che ha preso l'alleanza di governo alle elezioni regionali in Umbria. Il presidente Sergio Mattarella punzecchiato da Matteo Salvini e da Giorgia Meloni che premono per tornare al voto non può sfiduciare il Parlamento finché, come recita la costituzione, c'è una maggioranza in Parlamento. Ma in caso di crisi, non metterà mano a un  nuovo esecutivo. Quindi si andrà alle urne. Secondo quanto rivela Marzio Breda in un retroscena sul Corriere della Sera il capo dello Stato "starà alla finestra, dunque, in attesa di verificare quali effetti produrranno i postumi del voto umbro sui due principali partner dell'alleanza. E la vera prova del fuoco, per il Colle, è piuttosto vicina: il varo della legge di Bilancio, su cui il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno espresso posizioni spesso divaricate, se non apertamente conflittuali". Leggi anche: "La Lega cede qualcosa a FdI. Adesso Salvini...". Ghisleri, una cupa profezia sul voto in Emilia Mattarella al momento cercherà di garantire la stabilità del Paese ma tutti sanno ormai, lo sanno gli stessi parlamentari, che nell'eventualità di una caduta del governo non prolungherà l'agonia della legislatura fino alla sua naturale decorrenza nel 2022. A chi ha incontrato in questi ultimi giorni il presidente lo ha ripetuto con "toni severi". A lui non interessano i calcoli su quali forze politiche eleggeranno il suo successore al Colle.  

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