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Conte, l'avvocato Alpa lo inguaia: "Prima o poi sarà costretto". Pd, M5s, Russiagate e Vaticano, son guai

Giulio Bucchi
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"Giuseppe Conte vuole sempre mantenere il ruolo di super partes nelle coalizioni di cui è stato premier, ma prima o poi sarà costretto a schierarsi". Il "padrino professionale" del presidente del Consiglio, il principe del Foro Guido Alpa, lo mette in grossi guai con un'intervista a La Stampa. Leggi anche: "Carriera fulminante, ma...". Becchi inchioda Conte: cosa non torna sul suo passato Conte, rivela l'avvocato Alpa, "è molto impegnato" però "mi chiama la domenica, per chiedermi come sto, come mi vanno le cose. Non gli do alcun consiglio, non ne ha bisogno". Non si parla di politica, assicura, "anche perché la pensiamo diversamente, io sono sempre stato socialista e morirò socialista". Sul caso Russiagate e l'accusa di conflitto di interessi del premier nella vicenda Mincione (il Vaticano-Gate rivelato dal Financial Times) Alpa spiega: "La spiegazione più semplice è che vogliano colpire me, per colpire il premier. È penoso vedere come siano costruite ad arte fake news sulla base di una tecnica semplicistica, l'associazione casuale di immagini e parole. Questa tecnica è stata condannata dalla corte di Cassazione già dal 1984". La pratica Retelit fu girata dallo studio Alpa al collega Conte, non ancora premier? "Non è andata così. Io ho conosciuto Mincione due settimane prima dell'assemblea di Carige. L'incarico a Conte è precedente". L'avvocato assicura che al di là dell'amicizia personale, lui e Conte erano solo coinquilini, e non soci. E sul Russiagate giura: "Il professor Mifsud non l'ho mai visto".

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