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Dario Franceschini, crisi conclamata: "Fermiamoci prima che sia troppo tardi, tutto è a rischio"

Giulio Bucchi
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Un nuovo patto con Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Perché allo stato attuale, spiega Dario Franceschini al Corriere della Sera, "tutto è a rischio" e il governo potrebbe cadere da un momento all'altro. "I partiti - spiega il ministro dei Beni culturali e capo-delegazione del Pd a Palazzo Chigi - devono difendere compattamente la Finanziaria e nel contempo devono cercare le condizioni per costruire una maggioranza politica".   Leggi anche: "Stanno facendo di tutto". Calderoli, la bomba sul governo; quando si torna al voto Secondo Franceschini, servono "buon senso e lungimiranza". E un atto politico, "un duplice patto" con Renzi e Di Maio, perché evidentemente le cose con Italia Viva e Movimento 5 Stelle non filano lisce. Anzi, il ministro è esplicito:  "Fermiamoci prima che sia troppo tardi. Questa esperienza è iniziata per evitare che Salvini assumesse i pieni poteri. Solo che si trattava di un elemento sufficiente a far partire il governo". Ma per farlo durare "serve altro". Ad esempio, superare "la logica delle bandierine di partito" emersa sulla finanziaria. "Si sono addirittura fatti appelli alle opposizioni per ricercare in Parlamento maggioranze trasversali su emendamenti alla legge di Bilancio. È inaccettabile", incalza Franceschini, rilanciando anche il tema, vitale per il centro-sinistra, di una alleanza che vada oltre Palazzo Chigi. In altre parole, occorre lasciare "ai territori la possibilità di valutare se ci sono le condizioni per evitare di essere gli uni contro gli altri. Gli elettori non capirebbero il motivo per cui a Roma siamo alleati e in periferia siamo contrapposti". A giudicare da quanto accaduto in Umbria, però, gli elettori sembrano aver capito benissimo.

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