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Mara Carfagna, il messaggio a Silvio Berlusconi dietro la mezza apertura a Matteo Renzi

Davide Locano
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Non mi nomini vicepresidente di Forza Italia? E io strizzo l' occhio a Renzi. Succede anche questo, nel partito di Silvio Berlusconi. Lo si deve a Mara Carfagna: un passato da buon ministro per le Pari opportunità, un presente inquieto e un futuro che potrebbe vederla ovunque: dal riabbraccio con Giovanni Toti, che è come dire il luogotenente di Matteo Salvini, all' imbarco sul «vasello snelletto e leggero» dove il senatore di Rignano vuole caricare le anime perse dell' opposizione, senza escludere una permanenza sofferta tra gli azzurri. Sarebbe piaciuta a Ennio Flaiano, una così: «Poche idee, ma ben confuse». Leggi anche: Il secco "no" di Clemente Mastella e signora a Matteo Renzi L'ammiccamento è avvenuto ieri sotto gli occhi di tutti, però il prologo è della sera prima e lo hanno visto in pochi. Ad Arcore, nel pomeriggio di venerdì, si riunisce il coordinamento nazionale di Forza Italia. Assieme al Cavaliere ci sono le capogruppo in parlamento Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, il responsabile dei coordinatori regionali Sestino Giacomoni e il numero due del partito, Antonio Tajani. Discutono di organizzazione per tre ore e decidono di offrire alla Carfagna la candidatura a governatore della Campania, dove il voto è in programma tra maggio e giugno. Proposta che è anche un ramoscello d' olivo: Berlusconi ha mal sopportato il controcanto che la sua ex protetta gli ha fatto nell' ultimo anno ed è andato su tutte le furie quando lei, dopo la votazione in Senato sul caso Segre, ha detto che la «sua» Forza Italia mai si sarebbe mai astenuta in un voto sull' antisemitismo. Vincenzo De Luca, presidente uscente, è un osso duro, ma le possibilità di vittoria sono alte: alle Europee di maggio la somma dei voti di Lega, Forza Italia e Fdi sfiorava il 40%, e «Mara» è ritenuta da molti un valore aggiunto. CANDIDATA GOVERNATRICE? Di sicuro, lei si comporta come tale. Si presenta alla villa di Berlusconi quando il vertice degli altri è terminato, accompagnata dall' ex deputato finiano Alessandro Ruben, per quella che avrebbe dovuto essere la "cena chiarificatrice". Ma la conversazione a tavola serve solo ad aumentare le distanze. La Carfagna sente puzza di trappola e respinge la proposta di candidarsi in Campania, anche se evita di farlo con toni ultimativi (ne riparleranno). Però chiede per sé il ruolo di vicepresidente di Forza Italia, che la renderebbe pari grado di Tajani. Richiesta dinanzi alla quale Berlusconi sbotta: no, cara Mara, mancano le condizioni e non c' è ragione di fare una cosa del genere. Si arriva così allo scambio di apprezzamenti con l' altro. Messo in scena ieri mattina a Milano, al festival de Linkiesta, testata online che sogna «un' alleanza contro gli stronzi» (sic), cioè i soliti sovranisti, della quale Carfagna e Matteo Renzi, invitati alla kermesse, dovrebbero essere i pilastri (auguri). Lei gradisce l' attenzione: «Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra, ma di avere altre ambizioni», dice rivolta al pubblico, «Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione». Un accrocco tra i due partiti, nella convinzione che tre più due possa fare sei e non quattro, come di solito avviene in politica. Ribadisce ciò che ha già detto tante volte: «Quello che mi fa rabbia è la sudditanza psicologica nei confronti del sovranismo». E racconta di non essere l' unica a meditare lo strappo: «Non so cosa accadrà nei prossimi giorni, ma molti oggi non si sentono a proprio agio in Forza Italia, si sentono a casa d' altri». SILVIO: «DECIDA COSA FARE» Nel pomeriggio si spiegherà meglio, assicurerà che «il mio campo politico è e resterà il centrodestra, tra il mio percorso e quello di Matteo Renzi non possono esserci sovrapposizioni». Però ormai la frittata è fatta, anche perché i contatti tra i due sono aperti da tempo, lo stesso ex sindaco non ne ha mai fatto mistero nelle sue conversazioni private. Salvini e Giorgia Meloni la invitano a non combinare sciocchezze e Renzi ne approfitta per gettare la rete nello stagno degli azzurri: «Porte aperte a chi vorrà venire non da ospite, ma da dirigente. Vale per Mara Carfagna e per gli altri del suo partito». Per lui il flirt è tutta pubblicità: «Parlamentari di Forza Italia molto seri stanno riflettendo su cosa fare e mi auguro che già dai prossimi giorni possano valutare un' adesione ai gruppi di Italia Viva». La risposta di Berlusconi è un avvertimento molto chiaro alla Carfagna e a tutti gli altri: chi dice addio adesso a Forza Italia è un pazzo, perché abbandona lo schieramento destinato a vincere le prossime elezioni politiche, che di questo passo si terranno presto. Un appello agli interessi, non alla lealtà dei suoi. Alla quale, evidentemente, crede poco pure lui. Il commento più duro, però, è per il suo ex ministro: «La cena è stata inutile, a questo punto Mara decida che fare». di Fausto Carioti

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