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Giovanni Floris a DiMartedì sulle minacce di morte: "Salvini, capisce la differenza?". Cosa non torna

Maria Pezzi
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Una frase grave passata inosservata ai più. E' quella pronunciata da Giovanni Floris mentre si rivolgeva a Matteo Salvini. “Lei comprende - vero? - la differenza di valore simbolico tra le minacce rivolte ad una vittima dell'Olocausto, e quelle rivolte ad un politico?”, ha detto il conduttore di DiMartedì parlando del caso di Liliana Segre. La frase è stata ripresa dal Twitter di @nonleggerlo con toni trionfalistici (mah). Eh no caro Giovanni Floris, avremmo una obiezione. In uno stato di diritto, civile e democratico le minacce di morte sono gravi sia se si rivolgono a una "santa" conclamata che a un politico. Semplicemente, sono una cosa gravissima e inaccettabile. La legge non è uguale per tutti?  Strano, è proprio la sinistra a predicare l'uguaglianza. Strano che Floris, illuminato e politicamente corretto, pesti una popo' del genere. Matteo Salvini osservava semplicemente: "L'ennesimo proiettile che è arrivato indirizzato a Matteo Salvini non ha ricevuto mezza parola di condanna da parte di nessuno, né in politica né sui giornali. E io non vorrei che qualcuno ritenesse che la minaccia a Salvini o alla Lega vale di meno... Eh no, eh no". Leggi anche: Salvini a DiMartedì, duro attacco a Renzi

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