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Elisabetta Spritz, chi è il supercommissario Mose apprezzato dai palazzi e soprattutto chi è l'ex marito

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Il nuovo supercommissario al Mose di Venezia, Elisabetta Spritz, è un profilo poco noto al pubblico, ma tanto apprezzato dalla politica italiana. L'architetto romano, classe '53, riceve il suo primo incarico governativo nel 1999. Era la stagione di centrosinistra (governo D'Alema) e l'allora ministro delle finanze, Vincenzo Visco, la incaricava di riorganizzare il suo ministero. Nel 2001 la nomina a direttore generale del demanio, dove la Spritz fa le prime esperienze nella gestione dei patrimoni immobiliari- settore su cui ruoterà la sua carriera. L'architetto inizia ad accreditarsi nei palazzi romani e gode di un apprezzamento trasversale, dal centrosinistra al centrodestra. Piccolo aneddoto sulla sua vita privata: in quel periodo l'attuale commissario Mose era sposata con Marco Follini, il parlamentare democristiano (più volte ago della bilancia dei governi della seconda Repubblica) passato con nonchalance dalla coalizione di centrodestra a quella di centrosinistra. Per approfondire leggi anche: Venezia, Carlo Nordio: "I burocrati hanno complicato tutto ma è una follia fermare il Mose adesso" Nel 2004 entra, nominata dal ministro dell'economia Tremonti, nel cda della "Patrimonio spa", istituita dal Mef per gestire le proprietà pubbliche. Poi altri incarichi: alcuni assegnati dalla politica, come l'ingresso, nel 2008, nel board della commissione per il futuro dell'azienda municipalizzata "Roma Capitale" e il ruolo di consulente per l'Autorità portuale di Venezia (2009-2010); altri di natura privata, tra i quali si ricordano quelli nella consulenza e gestione dei fondi immobiliari (prima con Beni Stabili sgr, poi Gruppo Koss, infine amministratore delegato della società Invitim sgr). Adesso Elisabetta Spritz è chiamata a risolvere l'emergenza acqua alta a Venezia: affare complesso, ma su cui potrà giovare l'esperienza acquisita nel consorzio di progettazione delle aree abitate di Venezia, incarico svolto tra il 1992 e il 1999, prima della chiamata dei palazzi romani.

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