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Giorgia Meloni oltre il 10% nei sondaggi, Pietro Senaldi: "L'obiettivo adesso è il M5s"

Davide Locano
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Con la Lega stabile su livelli pre-crisi di governo, tra il 33 e il 34%, c' è una ragione se il centrodestra da qualche settimana è diventato nei sondaggi maggioranza assoluta. La spiegazione sta nell' irresistibile ascesa di Fratelli d' Italia, dato nelle rilevazioni di SWG per La7 al 10,1%. Niente male per un partito che alle elezioni del 4 marzo 2018 aveva preso il 4,3%, più che doppiando il risultato d' esordio, l' 1,9 del 2013. Ma senza dubbio stupefacente se si pensa che alle Europee di maggio esso era al 6,4%, il che significa che in soli cinque mesi ha avuto uno sprint del 60%. Se si chiede una spiegazione dell' exploit alla principale artefice del miracolo, Giorgia Meloni, la fondatrice risponde che lei sale perché è la più seria, preparata e coerente. Ma il segreto non sta tutto qui; anche Monti e Calenda sono seri, preparati e coerenti, però non prenderebbero un quinto dei suoi voti. Leggi anche: "Una vergogna nazionale": Giorgia Meloni massacra Fabio Fazio CACCIA AI DELUSI I motivi di una crescita così costante sono più complessi. Certo, il fatto che Giorgia sia stata la sola leader politica a non aver mai governato negli ultimi nove anni la aiuta a raccogliere consensi, visto lo stato disastroso in cui affonda il Paese. Però non basta a spiegare quanto sta accadendo, c' è dell' altro. Innanzi tutto Fdi, come l' intero centrodestra, beneficia del caos nel quale si trovano sinistra e grillini. Gli elettori di quelle parrocchie sono disgustati o perplessi e si stanno rifugiando nell' area del non voto. Un 35-40% degli italiani è alla finestra e, se si andasse alle urne oggi, non saprebbe chi scegliere. Molti di essi sono di sinistra. La loro fuga aumenta come diretta conseguenza il peso e le percentuali del centrodestra: rafforza la Lega, tiene in qualche modo a galla Forza Italia, genera il boom di Fdi. Le sardine, anziché aiutare i partiti di sinistra, danno a essi il colpo di grazia. Le piazze anti-opposizione, rifiutando di identificarsi in un cartello politico, dividono la maggioranza e non rappresentano un' alternativa a nessuno. Sono un contenitore nel quale possono trovare rifugio tutti gli anti-salviniani, senza però offrire a essi alcun approdo. IL TERRITORIO Il secondo fattore di crescita di Fratelli d' Italia è il grande lavoro che il partito fa sul territorio. Un pezzo alla volta, sta logorando Forza Italia, sottraendole gli uomini chiave. Non le prime file che fanno le belle statuine in Parlamento, bensì i portatori d' acqua e di voti. L' opera è iniziata al Sud, ma i frutti più ricchi arrivano dal Nord, in Lombardia e in Emilia, dove la Meloni ha rubato agli azzurri persone di primo livello, da Mantovani a Bignami. Ognuno dei luogotenenti che Berlusconi ha perso sul campo si porta, nel passaggio a destra, qualche migliaio di elettori, che messi insieme fanno massa. C' è poi la grande partita che si sta giocando nel centrodestra tra Matteo e Giorgia. Al momento salgono entrambi, ma è evidente che la leader di Fdi per il capitano leghista, oltre a essere un alleato, è pure un competitor. Finora la Meloni è cresciuta prendendo gli elettori che non amano Salvini, a partire da molti grillini, delusi dal Movimento ma anche da chi con i Cinquestelle prima ha governato e poi li ha mollati. Il voto di opinione che più si è spostato verso la destra è quello grillino. Agli occhi di un fan di Di Maio che si è scontrato con la realtà, Fdi rappresenta tutto quello che i pentastellati sembravano senza poi essere riusciti a divenire: onestà, attenzione al sociale, orgoglio patrio, cambiamento, coerenza politica. Giorgia e Matteo si sono spartiti parte di questo popolo tradito, e ancora il travaso non è finito. Presto però la rivalità interna nel centrodestra si farà più accesa. Non ci sarà bisogno di volerlo, sarà un fenomeno naturale. A chi non ama Salvini, la Meloni può apparire più rassicurante e meno calcolatrice. Se ancora li dividono oltre 25 punti è perché Fratelli d' Italia, a differenza della Lega, non è al momento riuscito a vendere all' elettorato un proprio chiaro progetto di Paese, e quindi va a rimorchio di quello salviniano. LO SNOBISMO ROSSO Infine, a portare acqua alla leader che Repubblica, prima di varare una rubrica quotidiana contro l' odio e il sessismo, ha pochi giorni fa definito «la reginetta di Coattonia», c' è l' intellighenzia rossa. Mesi e mesi di bombardamento volto a far passare Salvini per fascista e razzista hanno portato i moderati a rivolgersi verso la Meloni, che fin da tempi non sospetti ha preso le distanze da CasaPound e Forza Nuova, piuttosto che a guardare a Renzi e Calenda; tantomeno al Pd di Zingaretti, sempre più in preda a una deriva sinistra. I Dem e i loro cantori si stanno preparando a offrire a Giorgia lo stesso servizio che hanno allestito per Matteo, ovverosia la criminalizzazione ossessiva. Ma il gridare al lupo, o alla lupa, pratica in cui la sinistra eccelle, non porta voti, stringe solo il cerchio degli affezionati, facendo sentire estranei anche i simpatizzanti meno invasati. Per sfottere la Meloni, sostenitori del Pd hanno messo di recente in rete una canzoncina in cui il discorso della leader al centrodestra unito in Piazza San Giovanni viene trasformato in rap e ridicolizzato. L' iniziativa si è rivelata un successo travolgente per la vittima e un autogol per gli aggressori mediatici. Come le lapidazioni televisive che la Gruber tenta periodicamente nei confronti della leader di Fdi nella speranza di farla passare per fascista e che finiscono sempre per destare l' impressione che l' estremista sia la rossa e secca virago che reclama rose e potere e non la bionda, morbida madre di famiglia che parla di presepe e agricoltura. di Pietro Senaldi

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