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Mes, la preoccupazione di Mattarella: il premier trovi una soluzione. Il Colle teme per l'isolamento in Europa

Marco Rossi
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Mattarella contro Conte. Lo prefigura lo scenario dell'articolo del Giornale in edicola domenica 1 dicembre. È lui il premier, dicono dal Colle, è lui che deve mediare, smussare, trovare la sintesi, prendere le decisioni sul Mes, scrive Massimiliano Scafi. Sergio Mattarella non interverrà: potrà dare consigli, curare qualche rapporto internazionale, però niente di più perché questo non è il governo del presidente, è un governo politico. Se cade, si va al voto. Il capo dello Stato è "istituzionalmente preoccupato" però non è particolarmente angosciato. Quindi Conte si dia da fare, batta un colpo, tiri fuori la stoffa. Prenda la situazione in mano e risolva in qualche modo il caso Mes, la riforma del fondo europeo salva-Stati, senza aspettarsi l'aiutino quirinalizio. Per approfondire leggi anche: Mes, Mattarella e il gelido silenzio Mattarella non vuole essere coinvolto nella vicenda che spacca la maggioranza perché la materia esula dal suo ambito di competenze. Resta sullo sfondo un certo timore generale, in caso vinca la linea del rinvio, per un eventuale isolamento italiano nell'Unione. Però non farà nulla: deve sbrigarsela il premier. Riuscirà Conte a mettere d'accordo Luigi Di Maio, che non vuole "firmare al buio"  e minaccia di staccare la spina, con Delrio e Franceschini, secondo i quali "è in gioco la credibilità dell'Italia"? Lunedì 2 dicembre è il giorno chiave, ma il premier ostenta sicurezza: "Il governo andrà avanti perché ci sono tanti problemi strutturali da risolvere". Parole apprezzate dal Quirinale: basta liti inutili, che la gente non capisce - sostiene da tempo Mattarella - piuttosto concentratevi sulle riforme da fare e sulle necessità dei cittadini.

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