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Giulio Tremonti: "Il Mes è solo l'ultimo errore, ecco cosa ci rovinerà"

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Cristina Agostini
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Per capire che cosa sta succedendo e succederà in Europa; per comprendere se e come il Mes ci farà del male o del bene, bisogna avvicinarsi devotamente a Giulio Tremonti come all'oracolo di Delfi. Non è un esercizio provinciale. Lo fanno università e centri studi di tutto il mondo. Considerazione iniziale. Peccato non sia stato nominato lui Commissario europeo per l' Italia con il portafoglio dell' Economia, si prospettò il suo nome. Invano. Preceduto da un patetico intervento sul Corriere della Sera di Paolo Gentiloni che da Bruxelles ha fatto la parte dell' oste che vanta i pregi del vino forestiero, se ci fosse stato al suo posto Tremonti, non avremmo assistito al dibattito parlamentare di lunedì. Una malebolge di contumelie. Giustificate da parte dell' opposizione, che si è finalmente accorta della frittata con le nostre uova servita ai commensali ricchi della Ue. Indebite e fasulle da parte del presidente Giuseppe Conte, il quale invece di spiegare perché il Mes sia una buona cosa per l' Italia, al punto da averlo approvato verbalmente, ha cercato di lavarsene le mani. Era tutto teso a dimostrare che tutti sapevano e nessuno si è opposto. E allora lui, poveretto, non poteva fare altro. Tutti tacevano? Tremonti proprio no. Sono testimone. Sono mesi che lo pedino. Ascoltarlo in convegni, conversazioni private, interviste televisive, consente di capire che l' unica risposta scientifica, morale, storica, economica necessaria è che il nostro governo avrebbe dovuto dire di no. E che fa ancora in tempo, domani, al Consiglio europeo di Bruxelles ad alzarsi in piedi e con voce meno setosa e più ruvida del consueto dire: «No, basta così, nessuna riforma del Mes. Cari fratelli tedeschi e francesi, abbiamo finito di porgere il nostro collo alla vostra catena che ci strozza». Leggi anche: "Di Maio rompe coi 5 Stelle, va da solo e poi...". Il re dei trasformisti: un retroscena-terremoto BERLINO RIDE - Immaginarsi Giuseppe Conte che, assistito dal ministro dell' Economia Roberto Gualtieri (Pd), mostri così il petto alle frecce della nibelunga Merkel e della sua compare Van Der Leyen è però utopia. Eppure o adesso oppure il congegno a cui il nostro governo ha dato il suo assenso, non si capisce bene se sapendo o no quello che faceva, non salverà Stati e popoli in difficoltà, ma sarà utile soltanto per garantire "le banche sistemiche europee", cioè quelle tedesche e francesi. Anzi, nel caso specifico ad aver bisogno di un salvagente, di una scialuppa di salvataggio, sono quelle teutoniche. Esse con la Brexit saranno piene di guai. Con il trasferimento dei "book" (volgarmente: libri contabili) da Londra a Francoforte si troveranno a dover far i conti con una massa spaventosa di derivati. Fuffa, carta straccia, che oggi figura invece all' attivo. Un attivo fasullo, in realtà un disastro che rischia di affondare la Germania insieme con le sue banche. Questo è il Mes, secondo Tremonti: «L' ultimo anello di una catena di errori ed orrori». Il Mes, nella sua versione riformata, che si avvia a trasformarsi in nuovo trattato è la continuazione di una sorta di truffa di cui l' Italia è stata da decenni vittima grassa e prelibata. Aver fatto trenta non è un buon motivo per fare trentuno. Sarebbe il perfezionamento della nostra impiccagione. Mes? Non abbiamo spiegato che cos' è. Se lo si chiede alla gente comune, temiamo ritenga sia un parente dello ius soli, il latinorum o l' inglesorum dei sacerdoti furbi. Ci piacerebbe tanto fosse il soprannome del famoso aperitivo al Vermouth, evocante la nostalgia degli anni ruggenti del boom, quando la lira era la moneta più brillante del mondo ed ebbe una specie di Oscar, nel primo magico lustro del '60. Invece abbiamo tutti compreso da Camera e Senato, nonché Consiglio dei ministri, trasformati in scannatoi che è una pozione avvelenata preparata a Bruxelles che il governo vuol farci inghiottire con l' imbuto. IL NUOVO SPREAD - Mes 2019=Spread 2011: parole nate senza essere desiderate, esse paiono entrambe partorite dalla testa di uno Zeus malvagio, non a torto identificato con le centrali della finanza europea e mondiale per scannare proprio noi. Mes è un acronimo. Sta per "Meccanismo europeo di stabilità". Traduzione ottimistica anzi utopistica: se c' è un casino finanziario, se qualcuno dei 27 Paesi europei traballa e rischia il tracollo, i fratelli Ue si fanno intorno solidali. E versano euro accumulati in un tesoro di riserva. Dovrebbe essere insomma la macchina dei pompieri, che accorre in caso di incendio e lo spengono. Viene anche chiamato Fondo europeo salva Stati. Ma che salvi gli Stati non ci crede nessuno. Il problema è che questo soccorso non è gratis. I pompieri arrivano in cambio del potere totale sulle finanze, decidono come ristrutturare il debito sovrano. Il primo caso di intervento di emergenza fu quello della Grecia. Chiedete ai greci se sono contenti di come furono salvati. Allora il Mes fece intervenire la Troika formata da Fondo monetario internazionale (Lagarde), Commissione europea (Juncker), Banca centrale europea (Draghi). I primi due hanno chiesto scusa. La riforma del Mes è stata resa necessaria proprio per evitare le distorsioni di allora. Risultato? Secondo Tremonti, peggio la toppa del buco. Per capire perché bisogna risalire non ad Adamo ed Eva ma quasi. Era il 2008. Prima che si manifestasse la crisi, Tremonti, ministro dell' Economia del governo Berlusconi, manda una lettera ai suoi colleghi della Ue (29 settembre 2008). Prospetta la crisi. E la necessità di affrontarla sistematicamente solidalmente come Unione europea. Fa notare un problema. C' è un buco nei trattati. Non esiste un capitolo dedicato alle "crisi", né è citata la parola "fondo". Perché nelle carte vincolanti tutto è trattato come se fossimo in un mondo beato in perenne crescita. Tremonti - come riconoscerà il Financial Times (5 dicembre 2010) - spinge Eurogruppo ed Ecofin ad attivarsi a costituire un fondo-anticrisi con l' istituzione degli eurobond: la Germania dice niet. Si susseguono «notti cupe e gotiche» in cui si cerca di allestire scudi che tutelando uno Stato tutelino tutti. Ma esiste un problema di legittimità. Si trova un escamotage. Arriva un notaio (è il 2010) e con gli strumenti del diritto privato si costituisce un fondo dove gli Stati parteciperanno pro-quota del Pil. Tremonti si arrabbia. Dice: non funziona così. Occorre ripartire con un altro criterio: «quello del rischio». Niente da fare. L' ipotesi è rifiutata. E così i soldi per salvare la Grecia sono in realtà stati un modo per salvare banche francesi e tedesche che in caso di default ellenico ci avrebbero lasciate le penne (duecento miliardi euro). CHI HA PAGATO? - Quando l' Italia non correva alcun pericolo: le nostre banche avrebbero lasciato sotto le rovine finanziarie ateniesi solo uno zampino piccolo piccolo, da 20 miliardi. Risultato: la Repubblica italiana dileggiata dai teutonici come cicala spendacciona ci mette 61,9 miliardi. Finiti a franco-tedeschi. Stessa faccenda con la Spagna. Essa è soccorsa senza alcuna necessità dal Mes, che in realtà premia la sottomissione di Madrid all' asse del Nord. Aveva un debito sovrano (statale) inferiore al 60 per cento, se la cavava da sola. Ma le banche boccheggiavano. Quei soldi sono serviti a rimettere in sesto banche, in grave dissesto a causa della bolla immobiliare, e che ora impazzano da noi. Grazie alla nostra carità da fessi: abbiamo elargito ai poveri ispanici 41,9 miliardi. L' equivalente di tre Ilva, di quaranta Alitalia regalato agli spagnoli, che ora ci battono per reddito pro capite. Complimenti. Ora il nuovo Mes è stato approvato dal nostro governo (verbalmente): l' Italia ci metterà circa 110 miliardi. E ha queste simpatiche novità. Il Mes valuta il debito degli Stati, decide in base a criteri contorti se esso sia sostenibile, stabilisce le linee guida che in quel caso consentano il soccorso (magari anche svalutando radicalmente Bot e simili, con gravissimo danno ai risparmiatori). Inoltre e soprattutto, questo nuovo Mes, include anche il salva-banche. Prima quando soffrivano le banche italiane, niente sostegno. Sono state anzi strizzate e dissanguate, e con la scusa del bail-in addirittura torturate per via dei crediti traballanti o inesigibili. Adesso, depredate da fondi esteri, stanno bene. A questo punto, è stata introdotta la clausola di aiuto per le "banche sistemiche". Cioè tedesche. Cioè, pagheremo noi l' immondizia dei derivati vomitati da Deutsche Bank e sorelle. Scommettiamo? Il direttore generale del Mes si chiama Klaus Regling, ed è putacaso tognino. «Mi ricorda quello che diceva Ciano di Ribbentrop: ha una forma del cranio che fa male all' Italia», dice di lui Tremonti. Logico che il nostro Virgilio nell' inferno dell' Ue dica sul Mes: «Dire no, e basta. Subito». di Renato Farina

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