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Mes, Conte tira il fiato ma Di Maio pensa già alla conta decisiva alle Camera: governo sul precipizio

Marco Rossi
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Il Mes crea ancora grattacapi al Conte bis. Il rinvio ottenuto per il voto sul trattato non placa gli animi all'interno della maggioranza. La tensione tra Conte e Di Maio non accenna a scemare. Lo scrive il Messaggero in edicola giovedì 5 dicembre. Il commissario Ue Gentiloni ha infatti invitato tutti i ministri dei diciannove paesi della zona euro ad iniziare la riunione dell'eurogruppo con "il piede giusto". Un segnale, scrive Marco Conti, forse al ministro Gualtieri a non porre in discussione intese già raggiunte dopo mesi di confronto. Per approfondire leggi anche: Giuseppe Conte e Luigi Di Maio esclusi dal vertice sulla Libia Il dibattito che si è scatenato in Italia sulla riforma del salva-Stati conclusa dal governo M5S-Lega e ora contestata dagli stessi partiti, ha influito non poco sulla riunione che è andata avanti per ore. Le minacce dei grillini a non votare la riforma del Mes quando il testo arriverà in aula per la ratifica, potrebbe mettere in discussione il lavoro fatto in due anni. "Inutile fissare date se non si fanno modifiche", sosteneva con i suoi il ministro Luigi Di Maio. Ma Gualtieri e lo stesso Conte ritengono che ci siano ancora spazi per ottenere ulteriori garanzie sul fatto che non ci sarà nessuna ristrutturazione obbligatoria del debito per i paesi in difficoltà e che, soprattutto, l'Italia non è tra questi perché ha un debito pubblico alto, ma sostenibile.

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