Cerca
Cerca
+

Francesco Urraro, ex M5s: "Non solo Mes, su cosa dobbiamo fermare il governo" 

Esplora:

Maria Pezzi
  • a
  • a
  • a

Il senatore Francesco Urraro elenca, tra le ultime criticità da evidenziare sia a 5 Stelle che al Conte bis - da cui ha preso ufficialmente le distanze abbracciando la Lega -, i "fatti". Sul Mes, con la risoluzione di giugno, è stato «impegnato il governo "a rendere note alle Camere le proposte di modifica al trattato Esm elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo"». Dall' altro lato, la legge Moavero, «art. 5,6,7» imponeva «al governo di informare il Parlamento, e non le Commissioni, su ogni iniziativa finalizzata alla conclusione di accordi in materia finanziaria». Morale? «Non è andata così!». Nonostante ciò i suoi ex colleghi non l' hanno presa per nulla bene. Parlano di voi come dei «nuovi Scilipoti»... «Scilipoti aveva scelto di passare dall' opposizione alla maggioranza, noi facciamo l' esatto opposto. Nel Movimento 5 Stelle è sempre stato difficile risolvere alcuni problemi, evidenziati più volte ma mai risolti: così si è caduti in molte contraddizioni su temi politici centrali del programma. Tav, Ilva, reddito di cittadinanza, solo per citare alcuni esempi». Per approfondire leggi anche: Mes, il graffio di Paolo Becchi Che cos' è che non funziona più nel MoVimento? «Il M5s era un progetto di democrazia partecipata ma non ha funzionato l' applicazione pratica nell' azione successiva, soprattutto nel raccordo tra rappresentanti del parlamento e Governo. Percepisco realmente un disagio in diversi colleghi...». Vi seguiranno anche altri nel Carroccio? «Nella Lega è possibile impegnarsi in molte battaglie condivise nel contratto di governo e dimenticate dal Movimento che ha appoggiato Ursula Von der Leyen a Bruxelles e si è alleato col Pd al governo nazionale e, addirittura, in Umbria». Oltre al fondo salva-stati, lei è durissimo anche contro la riforma della prescrizione: l' ossessione del ministro Bonafede. Perché? «Sul blocco della prescrizione sussistono profili di incostituzionalità. Il progetto di Bonafede ha parecchi difetti. Anzitutto si considera l' imputato, anche in caso di assoluzione, sottoposto ad un procedimento privo di termini temporali. Il diritto di difesa risulterebbe compresso a distanze lunghissime per l' impossibilità di una ricostruzione esatta del fatto. La funzione rieducativa potrebbe risultare vanificata dal troppo tempo trascorso. Per non parlare dell' irragionevole durata del processo in riferimento a quanto previsto espressamente dall' articolo 111 della Costituzione. La corte costituzionale con un' importante sentenza (la numero 115 del 2018, ndr) ha chiaramente rappresentato che la prescrizione deve essere considerata un istituto di natura sostanziale per cui deve rispettare il principio di legalità e determinatezza e come tale non può, allo stato, essere eliminata nel sistema». «Mai col Pd». E invece. È questo a suo avviso il "tradimento" più grave a cui Grillo ha costretto tutti? «Non credo che le difficoltà sulla linea politica siano addebitabili esclusivamente alla scelta di allearsi col Pd. Sono più ampie e meritavano una riflessione a 360 gradi». di An.Rap.

Dai blog